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Che cosa il mondo occidentale si trova di fronte

Riccardo Bruno di Riccardo Bruno
30 Giugno 2022
in L'editoriale
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Davanti al bombardamento di un supermercato in una remota periferia dell’Ucraina il mondo occidentale deve focalizzare meglio che cosa si trova di fronte.  L’impressione complessiva è che ancora non l’abbiamo ben capito. D’altra parte bisogna pure rendersi conto di come questo stesso mondo si sia messo a brancolare nel buio già di fronte alla pandemia, tanto da essere pronto a rinunciare a dei suoi valori fondanti nell’illusione di potervi uscire, lo stesso e a maggior ragione, accade con il pericolo di una guerra, magari nucleare. È stata sicuramente utile l’intervista pubblicata su il Corriere della sera dell’ex oligarca russo in esilio Khodorkovskij. L’arcimiliardario conosce Putin molto bene essendo stato parte della sua cerchia ristretta per poi denunciarne tutti gli abusi, subire la prigione ed infine lasciare il paese. Putin, dice Khodorkovskij, capisce solo ed esclusivamente la legge della forza, tanto che partita per conquistare tutta l’Ucraina, la Russia si è concentrata in Donbass, dove ha ottenuto dei successi significativi anche se la scala del prestigio dell’intervento militare è stata necessariamente ridimensionata. Un conto sarebbe stato entrare a Kyiv, come fece tempo 5 minuti l’armata rossa nel 1919, un altro distruggere Severodonestk.

Khodorkovsky non ritiene plausibile una trattativa sulla base di quello che l’esercito russo ha conquistato in questi ultimi 4 mesi di guerra. Per capire cosa vuole Putin, bisogna ascoltarlo e Putin è stato chiarissimo, Crimea, Donbass, l’Ucraina intera per lui sono già qualcosa di scontato, sono solo Russia, e non comprende nemmeno come si possa pensare il contrario. Questo era chiaro già dal confronto pubblico con il suo capo dei servizi segreti quando, prima dell’invasione, quello gli disse che riconosceva le repubbliche secessioniste e Putin gli ha risposto con disprezzo: Qui non si discute di questo. Appunto. Si discuteva invece dell’intera sovranità del suolo russo, della Lettonia, della Moldavia, della Svezia, della Polonia, perché no, di Berlino.

Sarebbe dunque irresponsabile pensare che l’autocrate russo, rivendicata l’eredità di Pietro il Grande, si accontenti di un buco come il Donbass. Per lo meno bisognerebbe dargli Odessa, perché Odessa rappresenta il dominio sul mar Nero che ambiva ottenere Pietro il Grande il primo a disputare all’impero ottomano la Crimea, regione che non era per nulla russa, né popolata da russi. Solo che lo zar Pietro non voleva il mar Nero per giocarvi una grande battaglia navale. Il controllo sul mar Nero era funzionale per l’espansione della Russia nel Mediterraneo che non riuscì a Pietro, non sfondò mai a sud e che riprovò due secoli dopo Nicola primo, perché il mar Nero senza il Mediterraneo è giusto una comoda vasca da bagno.

Gli inglesi ricordano meglio di tutti questo precedente perché per salvaguardare il Mediterraneo dai russi difesero i turchi, cambiando radicalmente le loro alleanze e sicuramente per una buona ragione. L’impero turco agonizzava, quello russo affilava gli artigli.

Ciononostante, Nicola primo fallì e fallì anche peggio Nicola secondo perdendo il regno. Cambiato il regime, rimasero gli stessi obiettivi, anche Stalin cercò l’espansione nel Mediterraneo e così per quel poco che poterono i suoi successori, fino al tracollo dell’Unione sovietica e quindi di tutto quello che si era conquistato della potenza imperiale precedente. Possibile che si possa ora consentire ad un pallido delinquente come Putin di riottenerlo? Perché dovrebbe essere chiaro che se si concede a Putin anche solo quel poco su cui è riuscito a mettere le grinfie, questo gli servirebbe per riorganizzarsi e lanciare una seconda offensiva, probabilmente in meno di due anni, non ha più tanto tempo davanti a sé e deve sfruttarlo, come non ha davanti più tanto tempo la stessa Russia. 

La Russia questo gigante dai piedi di argilla è stata superata come potenza economica persino della Cina che al tempo di Khodorkowskij era un paria. Per questo la Cina non ha grande interesse ad ingaggiare una qualche guerra per riprendere il Taiwan, ha dimostrato di sapere svilupparsi senza. Mentre la Russia per colmare il suo gap con i paesi più avanzati, dovrebbe tornare persino a spingersi in Spagna come ai tempi della guerra civile. Un paese che non riesce a svilupparsi economicamente, ed il sistema politico russo è il maggiore attrito a riguardo sin dai tempi di Pietro il grande, può solo vivere di rapina.

Foto CCO

Tags: KhodorkovskijPutin
Riccardo Bruno

Riccardo Bruno

Riccardo Bruno si è laureato in Storia della Filosofia presso l'Università di Roma La Sapienza nel 1988. Dal 1987 al 1989 collabora all'Ufficio esteri del PRI diretto dall'onorevole Vittorio Olcese. Dal 1994 è capo ufficio stampa del PRI, dal 1995 giornalista professionista iscritto alla stampa parlamentare. Nel 1999 è capo redattore de La Voce Repubblicana. È stato poi editorialista per il Foglio di Giuliano Ferrara e l'Indipendente di Vittorio Feltri. Dal 2019 è prima vice direttore de La Voce Repubblicana e poi direttore politico

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