Il ritiro russo dall’Isola dei Serpenti comporta la seconda svolta più significativa della guerra in Ucraina e corrisponde alla prima, ovvero l’abbandono dell’obiettivo della conquista di Kyiv.
Per quanto l’isolotto in questione rappresentasse pochi chilometri quadrati è stato considerato dai russi una priorità strategica tanto che l’hanno subito occupato fin dalle prime fasi dell’invasione, ingaggiando un estenuante braccio di ferro con gli ucraini che hanno fatto tutto il possibile per non lasciarlo completamente nelle mani nemiche.
L’Isola dei Serpenti chiude in una morsa a tenaglia l’offensiva russa nel Donbass e delimita perfettamente l’intero tratto di costa ucraina che comprende Odessa affacciandosi direttamente sulla Romania. Tra Mariupol e l’Isola dei Serpenti si trattava di prendere tutto quello che vi era in mezzo, non fosse appunto che una volta affondato l’incrociatore Moskwa ed altre unità navali, i russi sono stati costretti a ritirarsi e si capisce allora il perché dell’incrudelimento dei bombardamenti sui civili di questi ultimi giorni. Sono servirti a distogliere l’attenzione su una decisione strategica tanto rilevante.
Sotto un profilo della storia bellica ricorda quella tedesca di non occupare Malta, con le accuse di superficialità del comando italiano rivolte al maresciallo Rommel che aveva lasciato alle spalle dell’asse una piattaforma indispensabile nel caso di uno sbarco alleato in Marocco, cosa che puntualmente avvenne e la marina italiana, senza la sufficiente copertura aerea, rimase bloccata nei porti proprio per la minaccia comportata da Malta.
Senza l’Isola dei Serpenti, la marina militare russa può togliersi dalla testa di espandersi oltre Mariupol e probabilmente vi è da credere che la stessa Mariupol sarà difficile da mantenere, perché interamente esposta. In queste condizioni la conquista di Severodonetsk da parte dei generali di Putin vale quella di Tobruk da parte di quelli tedeschi. Si comprende invece l’entusiasmo di Zelensky che ha compreso di aver ottenuto una seconda fondamentale vittoria.
Proprio in queste ore i servizi segreti statunitensi hanno ritenuto plausibile la minaccia russa di ricorrere ad un’arma atomica, e visti gli insuccessi sul campo così clamorosi, la frustrazione può condurre Mosca a simili decisioni catastrofiche. Sempre ammesso che la Russia sia in grado di scegliere e colpire un obiettivo una volta lanciata una o più bombe, questo sarebbe l’atto conclusivo della potenza russa che con i suoi missili in volo verrebbe interamente distrutta, per la semplice ragione che le atomiche puntate sulla Russia sono già in Polonia, Romania e Turchia, ovvero a ridosso dei suoi confini, quando i russi hanno detto che vorrebbero colpire per prima la più lontana Inghilterra. Dovrebbero quindi semmai optare per i paesi molto più vicini, che resterebbero comunque troppo numerosi, considerando che probabilmente delle armi atomiche saranno già state installata in Svezia e Finlandia. La Russia si è ristretta, la Nato si è allargata.
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