Nel 2021 l’Italia, in particolare su iniziativa del ministro Colao, ha adottato un programma strategico per l’Intelligenza artificiale implementato con il lavoro congiunto del Ministero dell’Università e della Ricerca, del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale. Seguendo le linee della Strategia Europea, il Programma individua ben ventiquattro politiche per potenziare il sistema IA, con l’obiettivo di rendere questo paese un centro sull’intelligenza artificiale competitivo a livello globale, rafforzando la ricerca e incentivando il trasferimento tecnologico. Il ministro Giancarlo Giorgetti, aveva dichiarato che “l’intelligenza Artificiale è lo strumento con cui il nostro Paese nei prossimi anni vuole rafforzare l’interazione tra centri di ricerca e impresa, in modo da creare le premesse per uno sviluppo basato sulla capacità di innovazione”. Giorgetti ha mantenuto le stesse funzioni anche nel governo successivo, il piano predisposto dovrebbe durare ancora per tutto il 2024, non si sa se ha cambiato idea, non sembrava che l’attuale governo avesse preso un’altra rotta, per lo meno fino a ieri. Bisogna ora chiedersi se dopo quanto si è sentito dalla relazione del pontefice al G7 sul tema, intenda invece farlo, dal momento che non si è chiesto un parere al papa, ma lo si è elevato a massima autorità del settore, tanto da chiamarlo a relazionare ai Grandi. Il pontefice da parte sua ha liquidato l’Intelligenza artificiale, come una sfida “affascinante e tremenda”. Nel piano predisposto dal governo italiano non c’è la preoccupazione per quanto vi sarebbe di tremendo. Per cui senza sapere cosa ne pensano gli altri governi del g7 con cui pure il precedente governo Draghi era in linea, il governo Meloni ha dato un colpo, forse anche a ragione, al progetto in corso. Il problema è che se il governo chiederà a Giorgetti di rimettere il piano predisposto nel cassetto, questo sarà sulla base di un intervento di autorità morale del pontefice, senza nessuna discussione tecnica scientifica successiva ed ignorando completamente quella che si è svolta precedentemente, senza coinvolgere i frati francescani che ci si ritrova oggi a dire la loro.
Potrebbe anche darsi che tutta questa celebrazione pontificia fosse solo scena, buona ad impressionare gli ospiti internazionali più o meno come il lancio dei paracadutisti. Nel documento conclusivo adottato dal g7 non si vedono infatti accorgimenti tali sulla Intelligenza artificiale, da dover interrompere i progetti in via di sviluppo, al limite si coglie un invito alla cautela, per il quale non c’era certo un particolare bisogno dell’intervento del papa. Anche per la bomba atomica si raccomanda cautela. Per cui a meno che il papa sia stato fatto andare in Puglia per rivolgersi a Giorgetti, il mondo ha solo assistito ad una rappresentazione circense di un governo italiano privo di particolari argomenti.
Dal documento finale si legge invece una netta sfumatura su quelli che erano diritti ben definiti nel precedente testo prodotto ad Hiroshima. Le parole aborto e i Lgbt, sono scomparse, per cui verrebbe da credere che la presenza del papa sia servita a questa correzione di rotta non ad altro. In Germania, in Inghilterra, in America i governi sono pressoché dimissionari, non hanno motivo di impegnarsi per ostacolare la fobia abortista del presidente Meloni, i pensieri del generale Vannacci, che il papa condivide pienamente. Tedeschi ed Iiglesi nemmeno hanno perso tempo ad incontrare il pontefice. Secondo l’agenzia Bloomberg Francesco è servito a bastonare il presidente francese, che invece resterà in carica, ma forse con un governo ultracattolico a contestarlo. Grazie al papa il governo italiano, “la premier”, ha celebrato invece un nuovo successo. Biden non si è opposto. Perché mai avrebbe dovuto farlo? Non c’è nemmeno una possibilità che si vieti l’aborto in America o si contestino i diritti degli omosessuali, il G7 può dire quel che vuole a proposito. Lo Stato laico, se tramonta, può giusto tramontare in Europa, principalmente, dopo una simile kermesse, in Italia. .
Galleria della presidenza del consiglio dei ministri