Così come nella democrazia americana le elezioni del mid term segnano le fortune o le sventure degli equilibri della presidenza della Repubblica, in Italia le elezioni parziali ricadevano sulla formazione del governo.
Bastava che la Dc perdesse un paio di punti in una tornata regionale per procedere ad un rimpasto o a cambiare il presidente del Consiglio alla prima occasione utile. Anche in pieno sistema maggioritario quando D’Alema perse le elezioni regionali da presidente del consiglio, si dimise immediatamente e Berlusconi, perse di poco quelle europee corse ai ripari allargando la composizione del suo governo.
L’anomalia di questa legislatura è stata dettata dal fatto che non si era mai visto nella storia della Repubblica un partito di maggioranza relativa disintegrarsi nel corso della stessa legislatura e la sua leadership pensare che non fosse accaduto niente. Già alle europee il movimento cinque stelle era dimezzato nei consensi ed il presidente del consiglio espresso da quel partito si sentiva in dovere di non tenerne conto. Tempo un altro anno e quel presidente del Consiglio ha perso comunque la sua nuova maggioranza esattamente come aveva perso la prima, ed il movimento cinque stelle è scomparso a Milano, a Ravenna è tre punti sotto il partito repubblicano e a Roma dove governava da cinque anni con uno splendido monocolore è finito quarto dietro a Calenda che il suo partito lo ha formato in campagna elettorale. Il movimento cinque stelle da dei segni di vita praticamente nella sola Campania, dove c’è il ministro Di Maio.
La Costituzione repubblicana tutela la legislatura sulla base della composizione parlamentare, ciononostante resta per lo meno curioso che nel corso di un ciclone per cui il primo partito del paese sembrerebbe essere diventato l’unico all’opposizione, il movimento cinque stelle pensasse di condurre la vita politica come se fosse ancora la stessa forza uscita dalle urne, quando ha smesso di esserla il giorno dopo.
Se poi come dice l’onorevole Di Battista, tutto quello che è avvenuto da quella data in termini elettorali è politicamente irrilevante, persino il fatto che lui stesso lo si credeva fuori dal movimento e ora si comporta da portavoce, “siamo la prima forza del Paese” ha detto convinto, benissimo. Se le cose non vanno come dovrebbero secondo lui ed i vertici del movimento, lo abbiamo scritto ieri, lo ripetiamo oggi, aprissero la crisi di governo.
Ieri, infatti, eravamo trasecolati che un esponente del movimento 5 stelle si mettesse a discutere il tipo di armi da inviare all’ Ucraina e chiedesse al governo di recarsi in Aula. Nemmeno eravamo tornati a sederci sulla sedia che ecco lo stesso esponente mettersi a lamentare della politica ambientale, del super bonus, a piangere che forse si vorrebbe fuori dal governo il movimento.
Un tempo c’era chi sapeva che in politica tocca sempre ingoiare molti rospi, qualcuno si sputa. In questo caso abbiamo un tale che li vuole sputare tutti. Non ci si stupisca se alla fine finisce con l’essere sputato fuori solo lui.
foto Camera Dei Deputati