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Guai ai vinti

Riccardo Bruno di Riccardo Bruno
1 Dicembre 2024
in L'editoriale
1
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Il governo dell’onorevole Meloni si è talmente spinto oltre le sue prerogative da essersi scavato la fossa da solo. Per non caderci dentro, il presidente del consiglio farebbe bene ad andare a pranzo al Quirinale ogni settimana e mettere in pratica qualche buon consiglio che generosamente le viene dato e che pure non ascolta. Per l’intanto, fino a quando la sua riforma del premierato non sarà introdotta nella Costituzione, il ruolo del Capo dello Stato non si scavalca. Il presidente del consiglio del governo italiano se lo deve scordare di invitare il vicepresidente del Csm a Palazzo Chigi, soprattutto se non ha nemmeno avvisato il presidente della Repubblica che, appunto, lo è anche del Csm. Questo non per un formalismo astratto. Perché il governo ha ingaggiato una polemica forsennata con la magistratura che peggiora i precedenti di Berlusconi, con la particolarità che Berlusconi poteva difendersi dicendosi un bersaglio, mentre in questo caso il bersaglio sono i migranti clandestini vessati dal governo e difesi nei loro diritti dai giudici.

Anche Berlusconi nel 2004 si ritrovò dei problemi interni di coalizione con i centristi che all’epoca erano l’Udc di Follini e Buttiglione. Berlusconi però non ha mai lasciato trapelare di volere andare al voto anticipato. Al limite, minacciava di convocare le televisioni per rendere pubblico il suo giudizio sugli alleati. Tanto bastava per calmare i bollenti spiriti. Un presidente del Consiglio che si ritiene “non ricattabile”, dovrebbe essere capace di fare altrettanto. Non sono i parapiglia sulle nomine a creare problemi nel governo. Se il presidente del Consiglio pensa invece che tutto si riduca a questo, alle rivalità ed ai capricci di Tajani e Salvini, è completamente fuori strada.

L’onorevole Meloni ritiene normale che i tre partiti di governo abbiano espresso posizioni diverse sulla Commissione europea. Non si scompone se la valutazione sulle guerre è ancora più diversa. Nella sua presupponenza non si rende conto che la tregua in Libano esalta le virtù della Francia e questo nonostante ci siano i soldati italiani al confine. Grazie alla presa di posizione sui missili, non bisogna colpire la Russia, o alla brillante idea di dirsi contrari alle truppe in Ucraina, quando ancora nessuno ha ammesso che se ne discuta, l’Italia è stata messa da parte.

L’Italia è un paese sovrano se non nei limiti delle intese internazionali a cui è preposta. La ragione è che ha perso l’ultima guerra mondiale. I sovranisti e i populisti non riescono a tenerlo a mente questo dettaglio che pure è chiaramente espresso nell’articolo 11 della costituzione e viene equivocato. Eppure al governo ci sono proprio quelli che furono ben fieri di essere stati sconfitti, non gli antifascisti che almeno potevano dire di aver riscattato l’onore nazionale. Ed è proprio questa la tara che destabilizza il governo davanti agli eventi che si preparano. Guai ai vinti.

licenza pixabay

Riccardo Bruno

Riccardo Bruno

Riccardo Bruno si è laureato in Storia della Filosofia presso l'Università di Roma La Sapienza nel 1988. Dal 1987 al 1989 collabora all'Ufficio esteri del PRI diretto dall'onorevole Vittorio Olcese. Dal 1994 è capo ufficio stampa del PRI, dal 1995 giornalista professionista iscritto alla stampa parlamentare. Nel 1999 è capo redattore de La Voce Repubblicana. È stato poi editorialista per il Foglio di Giuliano Ferrara e l'Indipendente di Vittorio Feltri. Dal 2019 è prima vice direttore de La Voce Repubblicana e poi direttore politico

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Comments 1

  1. Adino Rossi says:
    5 mesi ago

    La coalizione raggruppa 4 partiti. Noi Moderati da oggi è un Partito che può crescere velocemente. Sempre più centristaed europeo.

    Rispondi

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