I conti con il passato sono un po’ un problema che riguarda tutta la comunità europea. A proposito il nuovo gruppo patriottico messo in piedi da Orban e Salvini è tutto un programma. Da una parte c’è il partito di Heider che se potesse rifarebbe l’Austria Ungheria del maresciallo Radetzky, dall’altra, l’Associazione cittadini insoddisfatti, l’Ano di Andrej Babis, oggi un multimilionario ceco, ieri, un agente dei servizi comunisti cecoslovacchi. Alcuni quotidiani dicono che l’onorevole Meloni abbia commentato l’adesione di Salvini a questa roba come un atto ostile. Se è così sbaglia, si tratta di una dichiarazione di guerra vera e propria. L’unico vantaggio è che il partito di Kaczinsky è troppo fieramente nazionalista, per unirsi a uno schieramento di simili nemici naturali della Polonia. Per cui se questo salverebbe il gruppo dei Conservatori e la tesi dell’onorevole Meloni di essere il terzo dell’Europarlamento, bisogna aspettare le mosse della Le Pen, che ancora non ha deciso cosa fare, magari chiederà l’adesione proprio a Ecr e sovrasterebbe la piccola Giorgia con il suo ingresso. La Le Pen si inventerà comunque qualcosa, la fantasia non le manca.
Il problema europeo si riflette inevitabilmente sul governo, non si capisce come possa ancora sussistere quello che comprenda Salvini e Tajani dopo quanto accaduto in questi giorni. Il limite vero del peso e del ruolo dell’Italia è di rappresentare soluzioni incomprensibili al resto della comunità internazionale che pure oramai sono evidenti. Sotto questo profilo anche la situazione francese è preoccupante, perché se domani un governo Bardella ammiccasse alla soluzione del conflitto ucraino che prospetta Orban, cessate il fuoco e negoziati, ecco che praticamente si darebbe partita vinta a Putin proprio mentre quello è disperato, costretto a reclutare i coreani per combattere nel Donbass, e siamo a luglio, i giorni della nuova grande offensiva russa che si doveva concludere prima che arrivassero le armi agli ucraini che ancora le aspettano. I russi hanno strappato qualche villaggio.
Quello che si apprezza del presidente Meloni è che ha sempre tenuto ferma la linea della difesa dell’Ucraina e questa la distingue dalla marmaglia che circola pure sul vecchio continente, quelli che se dovessero fare i conti con il loro passato dovrebbero risalire al Congresso di Vienna. L’onorevole Meloni, si comprende invece dalla sua lettera aperta ai dirigenti di Fratelli d”Italia, ha messo a posto per lo meno il giudizio sul ventennio. Restano quindi solo quei due annetti dal 1943 al 1945 da sistemare e questo non riguarda solo il suo partito. Il quotidiano il Giornale ad esempio ogni anno si promana in elogi per la condotta eroica delle truppe italiane ad El Alamein, ora persino in occasione dell’inizio dell’offensiva italiana in Africa. Mai una volta che si leggesse che proprio ad El Alamein si vede il fallimento politico del fascismo costretto a cedere alla Germania il comando militare in Africa e che l’Italia repubblicana è nata perché gli Inglesi sconfissero le forze dell’Asse e quindi le truppe del maresciallo Rommel. Eroiche o meno che fossero, importa poco. perché comunque grazie a Dio, hanno perso.
pixabay cco