È inutile, oltre che controproducente, per i russi continuare a dire agli occidentali, attenti abbiamo le armi nucleari. Sono le stesse che aveva l’Unione sovietica, eppure l’Unione sovietica è stata distrutta. Soprattutto l’Unione sovietica non aveva bisogno di minacciare la guerra nucleare per controllare l’Ucraina. Sotto le torri del Cremlino si dovrebbe meditare su questo abisso che si è scavato da una semplice operazione speciale che rischia di trascinarsi in una guerra mondiale. Siamo giunti al delirio in cui i russi hanno persino minacciato di bombardare Londra. Mai lo facessero, prima di vedere gli esiti del loro bombardamento, la Russia non esisterebbe più. È questo che vuole Putin, la completa distruzione della Russia nel tentativo di colpire l’Inghilterra?
È preoccupazione dell’occidente tutelare l’esistenza di cento milioni di russi dai loro capi politici. Il simbolo di questa guerra che oggi ha superato i 4 mesi è il missile lanciato dai separatisti nel Luhansk che inverte la rotta e cade sui disgraziati che lo hanno sparato. Questo è il problema russo. Se non riescono ad avere la meglio con le armi convenzionali contro un esercito improvvisato come quello ucraino, Putin è costretto a sostituire un comandante dell’armata ogni due settimane, possono passare all’impiego delle armi nucleari contro il mondo occidentale? È sorprendente come in tutto questo tempo i russi abbiano conquistato centri insignificanti come Mariupol e Severodonetsk spacciandoli per grandi obiettivi strategici e lasciando rovine al loro passaggio. Ma possono forse sperare in questo modo di trovare un qualche consenso nella popolazione ucraina per far cessare le ostilità? I russi dovranno uccidere o deportare 40 milioni di ucraini per controllarne la regione, quando Stalin si accontentò di 10. Naturale che tutti i paesi limitrofi siano in massima allerta, che la Lituania abbia isolato Kaliningrad, che la Finlandia torni ad armarsi, che la Polonia abbia già dato tutte le armi promesse a Zelensky. Ed è ancora più naturale che l’Inghilterra chieda di far vincere la guerra all’Ucraina e di farlo prima della fine dell’estate. Putin deve essere messo in ginocchio entro settembre, altro che trattativa di pace e non certo per le questioni attinenti al nostro riscaldamento.
L’America si rammarica e protesta, a ragione, per un diritto negato dalla Corte Suprema quale l’aborto. È un tema molto rilevante che inverte la rotta compiuta da cinquant’anni. Ma quando è in ballo l’autonomia ed il diritto di un’intera nazione, forse il diritto all’aborto dovrebbe passare in secondo piano. Anche perché il complessivo disinteresse statunitense alla situazione europea, nasce dal fatto che si riteneva, giustamente, la Russia sconfitta. Ma se quella, anche se in modo grottesco, rialza la testa, e si spinge sino al Mediterraneo, cosa che gli fu già impedito nel 1870 e poi di nuovo nell’immediato dopoguerra, sapendo cosa ci è costata l’autonomia jugoslava, vedrete come rapidamente l’amministrazione statunitense, cambia l’agenda delle sue priorità. È il tempo di farlo.
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