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Il rosso e il nero dai tempi di Lafayette a quelli di Enrico Letta

Riccardo Bruno di Riccardo Bruno
11 Settembre 2022
in L'editoriale
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La bandiera rossa compare all’inizio dell’età contemporanea a Parigi sul Campo di Marte nel 1791, quando il generale Lafayette la fa mostrare dalla guardia nazionale alla folla che chiede la deposizione del re. È la bandiera della legge marziale. Tempo un anno la stessa guardia nazionale sconfessa Lafayette  e si unisce alla folla nell’assalto alle Tuilerie il 10 agosto. Da quel momento la bandiera rossa diventa una bandiera di battaglia propria delle truppe della repubblica giacobina. La troviamo ornata di un pugno con sciabola sovrastante la scritta “Morte ai tiranni” per tutta la durata delle guerre rivoluzionarie. Ancora il primo corazzieri che carica ad Eylau le truppe russo prussiane, inalbera una bandiera rossa firmata dal primo Console Bonaparte.

E’ perfettamente plausibile che questa stessa tradizione si trasmetta ai patrioti italiani che per quanto sventolino, come i rivoluzionari francesi, il solo tricolore, intendano il rosso come il colore di battaglia. I lancieri della morte del povero Angelo Masina hanno lo stendardo rosso sulla loro asta che resterà alle truppe di Garibaldi, come camicia. La bandiera in senso proprio ritornerà con la fondazione del partito repubblicano nel 1895 che ancora aveva da combattere la monarchia. Il partito socialista invece era affatto privo di bandiera come si evince dal suo solo simbolo ufficiale, il dipinto  di Giuseppe Pellizza realizzato fra il 1898 ed il 1901. “il quarto stato”. Sarà Lenin ad adottare la bandiera rossa che torna in scena nella presa del palazzo d’Inverno, essendo propria ai reggimenti che sostengono il comitato militare rivoluzionario. Da notare che la bandiera nazional socialista disegnata dallo stesso Hitler, manterrà il colore rosso della bandiera del soviet di Pietrogrado.

Il nero è invece storicamente il colore dei preti o della pirateria, cioè due fenomeni legati alla morte. “Ussari neri” impazzano poi in Europa negli eserciti, almeno dalla fine del 1600 alla Prima guerra mondiale. In Italia il nero lo indossa Mazzini come simbolo di lutto per la patria. Le bandiere nere che si ritroveranno nel partito repubblicano sono quelle che sottolineano l’ascendenza mazziniana per distinguersi da un repubblicanesimo più generale.  Il movimento anarchico assume i due colori insieme e li mantiene ancora come il simbolo di insofferenza verso lo stato di fatto e come si capisce l’interpretazione anarchica ha una sua correttezza. Il fascismo arriva al nero direttamente dalla bandiera degli arditi, la stessa dei vecchi pirati testa di morto con pugnale tra i denti su sfondo. Anche senza bandiere, Il rosso ed il nero è un’opera celeberrima di Stendhal che spiega come soffocata l’ambizione napoleonica delle armi, un giovane possa solo fare carriera attraverso la chiesa. Comunemente anche qui si intende il titolo dell’opera con il rosso del sangue contrapposto al nero della tonaca. Ma Stendhal sapeva perfettamente che il rosso era il colore vescovile e quindi rosso e nero possono accoppiarsi se un vescovo ritorna umile prete.

Per tutte queste ragioni saremmo stati cauti nel considerare i due colori contrapposti come ha scelto di fare il segretario del Pd Enrico Letta. Intanto perché storicamente in molti casi sono associati, poi, se Letta mai avesse letto La teoria dei colori di Goethe, saprebbe che al nero si contrappone il solo bianco, non il rosso.

Foto CCO

Tags: Lettarosso
Riccardo Bruno

Riccardo Bruno

Riccardo Bruno si è laureato in Storia della Filosofia presso l'Università di Roma La Sapienza nel 1988. Dal 1987 al 1989 collabora all'Ufficio esteri del PRI diretto dall'onorevole Vittorio Olcese. Dal 1994 è capo ufficio stampa del PRI, dal 1995 giornalista professionista iscritto alla stampa parlamentare. Nel 1999 è capo redattore de La Voce Repubblicana. È stato poi editorialista per il Foglio di Giuliano Ferrara e l'Indipendente di Vittorio Feltri. Dal 2019 è prima vice direttore de La Voce Repubblicana e poi direttore politico

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