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Il salario minimo? Mettiamolo a venti euro

Riccardo Bruno di Riccardo Bruno
3 Luglio 2023
in L'editoriale
3
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Un’associazione cattolica è intervenuta nel dibattito sul salario minimo per dire di essere d’accordo alla sua introduzione purché si mettesse un tetto anche al guadagno massimo. Al che viene da chiedersi, assicurato questo tetto cosa bisogna farne di eventuali ricavi ulteriori? Essi non potrebbero restare nell’azienda perché se ripartiti fra lavoratori e soci azionisti, alzerebbero sia il minimo che il massimo, rendendoli indici completamente inutili. Si potrebbero semmai dare in beneficenza ad un ente che li amministrasse. In breve questo ente se raccogliesse tutti i profitti extra del reddito aziendali collocati fra il minimo ed il massimo, duplicherebbe l’agenzia delle entrate. Forse sarebbe persino più potente e si tratterebbe di comprendere come lo Stato si dovrebbe collocare nei confronti di un simile corpo intermedio. Niente male per chi magari si aspetta che le tasse vengano diminuite, sapere di enti solidali che chiedono praticamente di triplicarle. C’è poco da fare all’interno della nostra società resta l’idea che il denaro sia qualcosa da non lasciare nelle tasche di un individuo. Meglio consegnarlo allo Stato o a chi per quello.

Quando elimini l’incentivo del guadagno, non è detto che trovi poi ancora la voglia di lavorare. Vi è l’esempio del sistema socialista in Unione sovietica dove con la collettivizzazione la produzione è divenuta forzata e la ricchezza è andata a ramengo. Il mondo occidentale che ha continuato ad affidarsi al sistema capitalistico ha invece da progredire attraverso quello che Marx pure riteneva il segnale della sua implosione, ovvero le crisi. La crisi del sistema socialista è stata la sua pietra tombale, quando la crisi del sistema capitalistico la sua rigenerazione, questo perché il capitalismo si affida all’iniziativa privata, ovvero presume un grado di talento, quando il socialismo segue solo un programma razionale. Marx si affidava alla scienza ed infatti, trovato un errore non si è rialzato più… Marx non era poi responsabile del sistema socialista sovietico perché non avrebbe mai iniziato una rivoluzione sociale in un paese privo della necessaria industrializzazione. Come può una nazione precapitalista assistere al crollo del sistema capitalistico? È chiaro che la furia leninista ha per prima cosa straziato il corpo dottrinale di Marx, cosa che i vecchi socialdemocratici tedeschi, Kautsky e Bernstein in testa, non smisero mai di far notare. I socialisti italiani, vennero tutto sommato più affascinati dal successo della rivoluzione. Mussolini innanzitutto, ma ricordiamoci che Nenni fu un premio Stalin. Qual è dunque la differenza fra il socialismo classico, scientifico, e la sua variante russa? Che il primo si preoccupava per lo meno di conoscerlo il sistema capitalistico, il secondo semplicemente lo ignora. Il motivo per cui il socialismo tedesco ha prodotto una Bad Godesberg, mentre il leninismo solo un sistema oligarchico di cui si vedono gli effetti ancora oggi. La Cina dove il capitalismo ed il mercantilismo producevano ricchezza quando in Europa si viveva in case di fango, ha superato il suo apparato dottrinale per riscoprire la sua storia più profonda.

Cosa del capitalismo mette a disagio l’amore della povertà cristiana? Non tanto la ricchezza ma il sentimento avverso allo sfruttamento dell’uomo. Il capitalismo non c’è dubbio alcuno ti sfrutta, sia nella sua versione fisiocratica, legata alla proprietà della terra come elemento fondamentale, sia in quella moderna, malthusiana, stabilita sul valore del lavoro. Da qui il salario assume un aspetto dirimente come possibilità di riscatto sociale per cui se già hai rinunciato all’anima per lavorare come uno schiavo, per lo meno arricchisciti con quello che fai, altrimenti davvero la tua vita è sprecata. Chi confida nella capacità di progresso del capitalismo si batte peri alzare i salari, non per fissare un massimo ai guadagni. Se le retribuzioni sono alte, i maggiori proventi serviranno a sostenerle. Lo sfruttamento per lo meno promuova il benessere. Come si fa invece a determinare la soglia dello sfruttamento? Dovrebbe essere chiaro che se sei sfruttato sotto i nove euro, lo sei anche sotto i dieci, perché anche il salario più alto non devia dal sistema che stiamo discutendo, il salario ne è parte integrante. Marx che era nemico del capitalismo mica voleva un salario minimo o uno alto. Il salario semplicemente sarebbe scomparso. A maggior ragione se nel resto d’Europa il salario minimo è più alto di quello che viene proposto in Italia. Ovvio che la Confindustria sia pronta a valutarlo. Con un salario minino a 9 euro le imprese avrebbero risolto i loro obblighi di legge e potrebbero ancora guadagnarci rispetto alla contrattazione nazionale. Sarebbero le imprese più piccole e non associate semmai a soffrire un salario minimo a 9 euro. Mentre il sindacato è più perplesso della Confindustria perché vede sminuito il suo ruolo, anche se essendo oramai principalmente composto da pensionati, cosa gli importa mettersi di mezzo? Se dobbiamo introdurre un salario minimo, allora mettiamolo a venti euro, in maniera da rilanciare gli standard di produzione e creare le condizioni di una partecipazione vera ai ricavi aziendali. Venti euro come salario minimo sarebbero un presupposto per l’associazionismo mazziniano, oppure per il fallimento del sistema capitalistico italiano, ma almeno in grande stile.

Tags: capitalismosalario
Riccardo Bruno

Riccardo Bruno

Riccardo Bruno si è laureato in Storia della Filosofia presso l'Università di Roma La Sapienza nel 1988. Dal 1987 al 1989 collabora all'Ufficio esteri del PRI diretto dall'onorevole Vittorio Olcese. Dal 1994 è capo ufficio stampa del PRI, dal 1995 giornalista professionista iscritto alla stampa parlamentare. Nel 1999 è capo redattore de La Voce Repubblicana. È stato poi editorialista per il Foglio di Giuliano Ferrara e l'Indipendente di Vittorio Feltri. Dal 2019 è prima vice direttore de La Voce Repubblicana e poi direttore politico

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Comments 3

  1. Giorgio raffi says:
    3 mesi ago

    Come tutti gli argomenti l’Italia si divide in 3 pro, contro e astenuti.
    Ora io non dono un politico, né un economista né sindacalista e non sono e non sono mai stato comunista o fascista. Da elettore pri mi piacerebbe vonoscere la proposta repubblicana da condividere con chi percepisce 5/7 euro ad ora( quasi tutti gli addetti delle pulizie) servizi al turismo non specializzati e cosa condividere con le imprese. Due facce dello stesso problema. La prima lavorado 8 ore a 7 euro percepisce 56 euro che moltiplicati x 22 fanno circa 1300 se nvece fanno 4 5 ore viene dimezzato. Ora provate a mandare avanti una famiglia e poi facciamo il resonto. Dall’altra ci sono le grandi aziende che non hanno il problema cosa che invece lo troviamo nelle piccole e artigiani che sicuramente si troverebbero a sistebere dei costi x loro insostenibili. Quindi abbiamo una idea di cosa proporre? Se l’abbiamo hia pubblicata mi scuso e vi chiedo di inviarmela perché penso che il tema dei poveri sia importante e deve essere affrontato nel mondo del lavoro come nella scuola e nella sanità.
    Argomenti che non dovremmo lasciare né ai fascisti né comunisti.
    Buona giornata e grazie.

    Rispondi
  2. User Avatar Riccardo Bruno says:
    3 mesi ago

    il salario minimo mica riguarda solo gli addetti alle pulizie. il partito repubblicano non ha mai proposto un salario minimo, ha proposto e sostenuto una contrattazione nazionale del salario, il governo al limite compie una mediazione fra le parti, cosa è sta cosa del metterlo per legge? Se invece il problema è lo sfruttamento del lavoro perchè a 8.99 sei sfruttato e a nove no? Mettiamolo a venti euro.

    Rispondi
  3. Germano Gabanini says:
    3 mesi ago

    Hai ragione Bruno ! Dobbiamo alzarsi i salari la soglia minima chiesta dalla unione europea finisce in Italia per essere un tetto al ribasso ! Il pri propone il modello associativo mazziniano che supera il concetto di salario ! Questo lo faceva alle sue origini e lo deve riproporre ! Altra forma è la partecipazione agli utili dei lavoratori qui c’è la funzione del sindacato che deve ostacolare lo sfruttamento e garantire la legalità !
    Germano Gabanini

    Rispondi

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