In vino veritas”, scriveva Plinio il Vecchio, e aggiungiamo noi “in vino pecunia”: nel vino c’è la ricchezza. Questo è vero sicuramente nel caso dell’Italia, ma si potrebbe parlare anche di altre nazioni europee, che vede nel comparto vinicolo un importante settore economico del paese. L’economia nazionale ringrazia il comparto vinicolo che da solo produce l’1,5% dell’intero PIL (settore vino, aceti e spiriti per un totale di 20,5 miliardi di fatturato diretto e 10 miliardi grazie all’export).
L’Italia è il primo esportatore di aceti nel mondo (37% del totale) e di vermut (34%), mentre è al secondo posto mondiale nell’export di vini fermi imbottigliati (22%) e liquori (14%). E sempre parlando di vermut è italiano anche il cocktail più bevuto al mondo che sposa le nostre eccellenze con la storia avventurosa del conte Negroni che all’americano classico preferì aggiungere una nota alcolica maggiore, chiedendo nel suo locale di fiducia di mettere il gin, al posto del seltz, insieme al campari e al vermut.
Il settore è centrale, parliamo di 2.300 imprese e 81.000 occupati diretti, che diventano 460.000 posti di lavoro considerando l’occupazione indiretta (circa il 2% del totale degli occupati in Italia).
Il settore inoltre è una delle eccellenze italiane da sempre: uno dei rari casi in cui economia e cultura possono andare insieme e dove anche dal lato turistico si assiste a una crescita, con percorsi e musei dedicati alla degustazione e alla storia del nostro vino.
Ben 718.000 ettari in Italia sono coltivati con vigneti (terzo posto in Europa, dietro Spagna e Francia) e la produzione è quasi il 20% del totale del vino mondiale.
Numeri da capogiro, e non per un bicchiere di troppo.
Quindi dobbiamo brindare?
Ci piace vedere il bicchiere mezzo pieno ma, da bravi economisti, facciamo anche notare che è mezzo vuoto.
Micaela Pallini, presidente di Federvini, ha recentemente sottolineato i rischi del settore, esposto alle intemperie “di natura geopolitica, normativa, commerciale, inflattiva” ma ha anche stigmatizzato, sulle pagine di Milano Finanza, l’attacco al vino in chiave salutista partito dall’Irlanda e che per ora non ha preso piede: “demonizzare il consumo di alcol senza fare distinzioni è pericoloso. In Italia siamo più avanti nella tutela dei minori e anche la comunicazione rispetta regole rigide”.
Certamente l’export sta soffrendo a causa del blocco delle esportazioni verso la Russia ma anche per i rallentamenti alle spedizioni e l’inflazione galoppante.
Lo sguardo dei produttori è ora verso l’Europa, sperando che vengano varate regole chiare e soprattutto intelligenti per tutelare tutti i paesi coinvolti in un settore così importante.
Intanto, cultura e vino si sposano bene a tavola, e l’aceto condisce questa unione: nel 2019 è stata presentata dai Consorzi di tutela delle tre filiere e delle due associazioni culturali di Modena e Reggio Emilia legate all’aceto, la richiesta per riconoscere l’Aceto Balsamico come patrimonio immateriale dell’Unesco. Il progetto è al vaglio del Ministero della Cultura che sostiene il progetto insieme alla Regione Emilia Romagna.
Francesco Gilioli, capo di Gabinetto del Ministero della Cultura, ha dichiarato a Cibus (importante manifestazione di riferimento per il settore agroalimentare Made in Italy) che “nell’aceto balsamico non c’è meno storia che nelle pietre del Duomo e dunque andiamo avanti con la candidatura UNESCO promossa dai due Consorzi di Tutela, dal Consorzio di Tutela di Reggio Emilia e anche da altre associazioni che promuovono il balsamico come la Consorteria di Spilamberto. […] Nella candidatura c’è l’importante aspetto immateriale che caratterizza questo tipo di riconoscimento perché è qualcosa di pervasivo e localizzato sul territorio”.
Insomma, pare si sia tutti d’accordo.
La sfida è italiana ed europea, soprattutto quando pensiamo alla feroce concorrenza intraeuropea nel settore, che forse è il caso di ripensare nell’ottica di una tutela comune nei confronti delle contraffazioni e un maggior peso specifico rispetto all’estero.
Sarà un bicchiere di vino a unire l’Europa?