Che la guerra non si possa considerare una scienza esatta è cosa che va da sé per lo meno da dopo Federico di Prussia. Già Washington contava principalmente sulle doti di improvvisazione e sorpresa. La forza della Francia rivoluzionaria è dovuta a generali creati dal campo più che dall’accademia. Senza Massena, di una famiglia di piccoli commercianti di vini, ed Augerau, la madre aveva una bancarella di frutta a Parigi, Napoleone non avrebbe avuto mai un solo successo in Italia. Gli austriaci che ancora credevano a piani razionali pensarono infatti di imitare la strategia francese a Castiglione, ed ebbero il disastro di Austerlitz. I prussiani ottennero una sola vittoria in 15 anni e principalmente grazie al fango. La Francia poi dimostra che l’arte della guerra nemmeno si tramanda. Ai grandi generali francesi dell’800 seguirono generali incapaci di vincere una sola battaglia per più di un secolo. Senza l’intervento americano, la Francia non avrebbe vinto nemmeno la prima guerra. La seconda durò un mese e contro un nemico militarmente inferiore di mezzi e di uomini.
Gli stessi generali nazisti che pure conquistarono tutta l’Europa furono molto sopravvalutati. La loro offensiva in Cecoslovacchia lasciò aperto un corridoio tra Parigi e Berlino che se Daladier avesse deciso di sfruttare, avrebbe spazzato via il Terzo Reich in due giorni. Ma il presidente francese credeva nella pace con Hitler, come Conte crede in quella con Putin e invece di mandare truppe, inviò telegrammi di protesta,
Di tutti i paesi evoluti la storia militare russa è più imbarazzante persino di quella italiana. Il generale più apprezzato in Russia nel ‘900 era Kutuzov stratega nel ritirarsi, disprezzato dai suoi contemporanei, lo zar Alessandro in testa. Stalin eliminò tutti i generali vincitori della guerra civile ed allontanò quelli della seconda guerra mondiale che fino all’intervento americano erano stati sotto schiaffo dei tedeschi. Per trovare un militare russo di sicure capacità bisogna risalire a Suvarov che appunto venne sconfitto da Massena ma a settant’anni passati. I generali comunque in guerra non sono tutto, contano i soldati. Ad esempio quelli ucraini, che ancora a gennaio del 2019 si addestravano con fucili di compensato, impressionavano. Le truppe cecene di Kadirov spedite al fronte con gli stivaletti hermes, facevano più ridere.
La guerra in Ucraina è destinata a riscrivere tutti i manuali militari. Non si era mai vista una presunta potenza mondiale annaspare due anni per conquistare duecento chilometri quadrati di territorio di una regione confinante che non dispone nemmeno di mezzi propri. Il Cremlino era in imbarazzo dal primo momento, la guerra in Afghanistan era pur sempre un’impresa contro dei poveracci ma almeno era uno Stato extraterritoriale, quando l’Ucraina viene considerata Russia. Quella in Ucraina non poteva nemmeno essere definita “guerra”, tanto che la si è chiamata “operazione speciale”. Tempo due anni sono gli ucraini ad essere penetrati in Russia. Possiamo stare sicuri, senza nemmeno saperlo, che non hanno impiegato armi italiane, il governo si tranquillizzi. Per la prima volta sono stati filmati i carri americani Abraham, Zelensky ne aveva ricevuti 31, secondo i russi cinque sono stati distrutti, gli altri li tenevano in serbo per una grande occasione. Poi si sa dai media di un corpo misto che comprende volontari russi, inglesi e americani che certo non hanno equipaggiamento italiano. Detto questo siamo d’accordo con il movimento cinque stelle, il governo desecreti le notizie sugli armamenti, tanto i russi non si avvantaggeranno dal sapere quali armi abbiamo dato al loro nemico. hanno ben altre grane da pelare. A meno che l’Italia si vergogni delle forniture concesse ad un paese che dice di voler sostenere mentre gli nega il diritto di combattere come ritiene opportuno.
Il ministro Crosetto ha detto che un paese non dovrebbe mai invaderne un altro, ed ha ragione, infatti l’Ucraina non ha invaso nessuno è entrata in Russia per mostrare la penosa fragilità dell’armata di Putin che qua da noi si presenta come fosse invincibile. Mentre l’onorevole Patuanelli che teme effetti e rischi incontrollabili ha torto. Se a Putin lasci tutti i vantaggi e non gli opponi nessuna resistenza, Patuanelli se lo ritrova sotto l’ombrellone Putin e non per portare la famigliola al mare a ferragosto.
galleria multimediale del ministero della Difesa