Mentre dal Cremlino si annuncia ai gonzi la tempesta perfetta sull’Europa, l’ultimo report dell’intelligence britannica ha fatto sapere che la bandiera ucraina si è vista sventolare in un villaggio a ridosso di Kherson, l’unica città conquistata dai russi al momento dell’invasione e rimasta sinora nelle loro mani. Il bollettino quotidiano del ministero della Difesa di Londra sostiene che l’esercito di Putin mostra problemi “di morale e di disciplina”, ma perché non arrivano più le paghe e in particolare i bonus per i combattenti. Altre fonti hanno già sostenuto che non vi sono più nemmeno le immunità per i caduti che finora sono stati utili a tacitare il malcontento delle famiglie. Dulcis in fundo, la corruzione che corre fra gli ufficiali russi e la vecchia inefficiente burocrazia militare di sovietica memoria, completa il famigliare quadretto dell’esercito russo allo sbando. Qualcuno ne dubita? Lecito, ma certo non il generale ceceno Kadyrov che se ne è andato in vacanza. E pensare che due mesi fa sembrava voler spezzare la resistenza ucraina a mani nude. Sono noti gli ideali guerrieri di Kadyrov, uno che si recava al fronte con lo stivaletto firmato Prada.
“Il Corriere della sera”, si è invece concentrato sul mondo russo della finanza. “Abbiamo bruciato quasi cento miliardi di dollari per tenere in piedi la nostra economia”, ha detto Olga Skorobatova, vicegovernatrice della Banca centrale russa. La continua immissione sul mercato interno di denaro pubblico, la ricetta consigliata dai nostri Conte e Salvini, non è riuscita a calmierare i prezzi di beni primari saliti di un altro 5% rispetto allo scorso luglio.
Il governo russo è stato costretto a stimare un crollo del 90% nel comparto automotive e Rosstat sostiene che nell’estate del 2022 su ventiquattro comparti industriali 18 hanno subito un calo che inizia dal 6% e arriva al ‘90. Prosperano i solo settori legati alla guerra beneficiati da uno stanziamento di novanta miliardi di dollari. Questo è possibile perché ancora non sono state messe sanzioni sul gas ed il petrolio che arricchiscono la cricca di Putin. Ma il blocco delle tecnologie sta già colpendo l’industria bellica. Altrimenti non si chiedevano i droni all’Iran.
Langue anche il fronte della propaganda interna. Una volta incenerita la Dughina nessuno osa più lanciarsi in apologie sulla superiorità della razza russa rispetto a quella ucraina e i programmi della televisione di Stato si limitano a dichiarare falsità tutti i dati resi pubblici dall’occidente sullo stato nazionale. In compenso non ne forniscono di propri utili per confrontarli. “L’inverno sta arrivando” è la formula de la saga televisiva “Game of Thronos” con cui i filorussi nostrani vorrebbero incutere terrore nella popolazione. Non si sono accorti che è storia di venti anni fa. Oggi negli Usa si vede “Hause of Dragon” e che nella prima serie, l’inverno è stato brillantemente sconfitto. Ma a Mosca ancora aspettano la programmazione degli episodi conclusivi di quella.
i mawassi