Si apre oggi 20 giugno l’imperdibile mostra La bilancia e la spada. Storie di Giustizia a Castel Sant’Angelo, voluta e sostenuta con straordinario entusiasmo dal Direttore dei Musei Statali della Città di Roma e del Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo Mariastella Margozzi. Un percorso in cui potrete incontrare, fino al prossimo 1° ottobre, personaggi che fanno parte della storia e dell’immaginario collettivo, le cui vicende sono legate al Castello, come, tra gli altri, Giordano Bruno, Beatrice Cenci, Cagliostro, Benvenuto Cellini. «Noi abbiamo avuto l’onore di progettare e curare una installazione dedicata ad uno dei monumenti più enigmatici della città di Roma: la Porta magica».
L’installazione vuole celebrare tutti gli indagatori dei misteri della natura e dell’universo, perseguitati e condannati per eresia. In particolare, è un omaggio alla figura di Giuseppe Francesco Borri (1627-1695), medico ed alchimista, condannato per eresia ed imprigionato a vita a Castel Sant’Angelo, la cui figura è legata alla leggendaria genesi della misteriosa “Porta Magica”, oggi a piazza Vittorio, Roma. La Porta Magica, detta anche Porta Alchemica, eretta intorno al 1680 nella scomparsa villa del marchese Massimiliano Savelli Palombara (1614-1685) nel quartiere Esquilino. Faceva parte di un gruppo di cinque porte inserite in un misterioso giardino botanico attraversato da un percorso di carattere iniziatico. Il marchese, raffinato erudito e letterato, era una delle personalità di spicco della corte romana dell’illuminata Regina Cristina di Svezia (1626-1689), allieva di Cartesio, grande mecenate e cultrice di alchimia e scienza, che aveva creato nella sua residenza di Palazzo Riario (oggi palazzo Corsini alla Lungara, sede dell’Accademia dei Lincei), un cenacolo intellettuale a cui erano legati, a vario titolo, i nomi dei più illustri rappresentanti della cultura del tempo come, tra gli altri, il dotto gesuita Athanasius Kircher, l’artista Gian Lorenzo Bernini, l’astronomo Giovanni Cassini, il matematico Giovanni Alfonso Borelli, il musicista Arcangelo Corelli, l’alchimista e poeta Francesco Maria Santinelli ed il citato Borri, allievo di Kircher.
La Porta Magica, l’unica testimonianza dell’intera storia dell’Alchimia occidentale, è la perfetta sintesi della cultura del suo tempo, che ancora presentava una totale unità della conoscenza, senza confini tra le varie discipline, ed in particolare una totale coincidenza tra esoterismo, misticismo e ricerca scientifica.
Se la leggenda vuole che la Porta rappresenti, con il suo complesso ed enigmatico messaggio simbolico, la celebrazione di una trasmutazione alchemica del piombo in oro avvenuta con successo e la conquista della Pietra Filosofale, il monumento rimane ai posteri la tangibile testimonianza del miracolo intellettuale avvenuto grazie a quel crogiolo di cultura, progresso e bramosia di conoscenza della Roma del ‘600 di Borri e Palombara. L’installazione, a cura di Federico Lardera ed Egidio Senatore (larderArch studio), vuole rievocarla e al tempo stesso omaggiare la cultura del tempo. La direzione dei lavori è di Valentina Garramone e la realizzazione a cura di Onemore Pictures.