Una manovra tanto penosamente striminzita potrebbe essere considerata frutto delle circostanze. Il governo si è ritrovato in carica con una guerra in corso e non fosse sufficiente quella, ne è esplosa un’altra ancora più grave e vicina. Il povero Giorgetti, che è pure una delle figure migliori del governo, ha dovuto fare i salti mortali. Purtroppo le guerre influiscono ma non c’entrano niente. La pochezza della manovra corrisponde esattamente allo spirito del governo. I sedici miliardi in debito sono un disastro che è difficile capire come l’Unione europea potrà accettare se non per il sentimento di pena, mentre l resto sono provvedimenti provvisori, tipo “ha da passare la nottata”, che in questo modo invece si prolungherà ulteriormente
D’altra parte il governo ha lamentato alla base delle sue difficoltà il superbonus, che pure ha contribuito ad approvare e persino con entusiasmo, dall’opposizione. Fosse davvero quella la ragione delle risorse limitate di cui dispone, il governo dovrebbe dimettersi in massa. Invece è la visione complessiva a mancare e che fa annaspare il governo. Al paese servirebbe almeno una riforma della pubblica amministrazione che grava vessatoria sui cittadini ed il governo pensa ad introdurre qualche taglio ministeriale da quattro soldi. Tutto ciò non giustifica certi toni dell’opposizione che appaiono particolarmente striduli. Quale capacità è stata dimostrata nella lotta all’evasione fiscale negli anni di governo del partito democratico se non quella di rendere più scaltri gli evasori? I condoni li ha fatti anche il governo 5stelle Pd e li ha fatti dove proprio era meglio evitarli, nel decreto sul ponte Morandi, con i risultati che si sono visti a Ischia. Sentire poi lamentare l’assenza di crescita da parte di chi ha guidato il governo che la crescita l’ha fatta precipitare letteralmente sotto terra e che spendeva soldi in banchi a rotelle, non è nemmeno commentabile. C’è stato un governo che aveva chiuso tutto l’inverno la montagna italiana quando sul versante alpino della Svizzera e dell’Austria si sciava facendoci marameo. La stessa sanità è stata massacrata dal partito democratico, altrimenti non avrebbero mai mandato l’onorevole Speranza ad amministrarla. In sostanza la miseria del governo se non giustificata trova l’alibi della miseria, persino più grande, delle opposizioni che non sanno nemmeno offrire una proposta alternativa. Se sarebbe quella del salario minimo, in una situazione come questa tra l’altro, viene da piangere. Per lo meno il ministro Picchetto ogni tanto salta fuori con il rilancio del nucleare, la ripresa delle trivelle, tutte cose che il governo non ha la forza di fare, ma che sono pur sempre meglio ascoltare che le proposte di decrescita permanente della zelante opposizione.
Resta comunque difficile da pensare che il governo procedendo in questa maniera, senza una qualche bussola, possa davvero compiere un altro intero anno di vita. La delusione dei cittadini potrebbe prendere coscienza ed esplodere proprio in occasione delle prossime europee e sarebbe un quadro drammatico considerato lo stato dell’opposizione ancora più impreparato di quello del governo. Non che il governo possa cambiare la sua natura di spararle grosse, per carità. Potrebbe almeno cercare di assumere per i mesi che gli restano lo spirito francescano del ministro dell’economia. Il che significherebbe piantarla lì con inconsistenti piani per l’Africa, il mirabolante ed ottocentesco ponte sullo Stretto. Tutte le risorse disponibili servono a mantenere in piedi la baracca e continuando di questo passo, presto gli aiuti dovremo chiederli noi, prima di offrirli al Congo.
foto della Galleria della presidenza del Consiglio dei ministri