Si svolgerà domani a Latina, presso la Sala Cambellotti del Palazzo del Governo in piazza della Libertà, un incontro dedicato a Martin Buber e ai 100 anni della sua opera più significativa, Io e tu e organizzato in occasione della pubblicazione, per Pazzini editore, del volume Martin Buber. In principio la relazione. I lavori, a cui parteciperà l’autore del testo, il filosofo Angelo Tumminelli e il teologo Carmine Di Sante. Introdurrà e coordinerà la discussione, dopo i saluti istituzionali del sindaco Matilde Celentano e del presidente della Provincia di Latina Gerardo Stefanelli, il filosofo Mauro Cascio.
Nella prima fase della sua formazione Buber ha sostenuto che la realtà è intimamente abitata da un anelito verso l’unità, ovvero da un desiderio che la spinge ad una ricomposizione etica ed ontologica. «Intesa come conquista e aspirazione all’unità», scrive Tumminelli, «la vita è pervasa da una tensione al superamento della scissione e della frammentarietà che la spinge a trovare un’armonica pacificazione». In Tre discorsi sull’ebraismo, si descrive come questa unità sia in tensione, a causa della divisività della cultura ebraica, la cui storia ha sempre questa carica di scissione. L’ebraismo invece va inteso “come un cammino verso l’unità chiamato continuamente a trascendere le dissociazioni per orientarsi verso l’armonia interiore e sociale”. Da qui l’adesione al sionismo (che il suo fondatore però, Theodor Herzl, ha svincolato dall’istanza religiosa, facendosi portatore di valori radicalmente laici e immanenti).
Di questo si parlerà domani, con riferimenti e incursioni all’attualità geopolitica. Ma soprattutto si insisterà sui valori del messaggio buberiano: l’intersoggettività, il dialogo, l’ascolto. È nella relazione che abita il fondamento.