L’aver riportato all’interno del dibattito politico il tema dell’identità etnica degli italiani è qualcosa che era assente dai tempi delle leggi razziali. Manca giusto qualcuno che ci venga a spiegare che il popolo italiano non è una unità biologica, ma spirituale, tesi da cui razzisti più grossolani, come Rosembeeg ed Himmler in Germania, rimasero molto impressionati. Le leggi di Norimberga varate nel 1935 erano infatti arrivate ad un punto morto. La Gestapo non riusciva più a distinguere e non sapeva come comportarsi con ebrei due terzi tedeschi, o con tedeschi due terzi ebrei, con i figli tedeschi di famiglie miste, con ebrei identici ai tedeschi, e tedeschi identici agli ebrei. Si propose di sterilizzarli tutti e si decise nella conferenza convocata dalle SS a Wansee che nel dubbio fosse meglio sterminarli. Questo avvenne in un paese in cui pure l’identità nazionale era relativamente chiara. I tedeschi discendono dalle popolazioni germaniche che occupavano stanzialmente uno stesso territorio e riuniti in tribù distinte, parlavano più o meno la medesima lingua di origine svedese.
Gli italiani non possiedono simili caratteristiche perché soggetti ad invasioni dai tempi degli etruschi. I romani che sconfissero e si assimilarono agli etruschi avevano una discendenza diversa e soprattutto usavano concedere la cittadinanza alle popolazioni che combattevano nel loro esercito. Essendo Roma estesa dalla Persia alla Gran Bretagna, in Italia si trovava ogni possibile gruppo etnico già ai tempi di Stilicone e Alarico. Caduta Roma, fin dall’ottavo secolo, le repubbliche marinare estesero ulteriormente il bacino della diversità etnica della popolazione sul territorio. C’è un solo moro protagonista in tutta la drammaturgia shakespeariana e lo si trova fra i nobili al servizio dello Stato di Venezia, nel 1600. Per avere un uomo di colore parte della classe dirigente, occorreva una qualche diffusione di quella popolazione che pure non era comune nel resto dei paesi europei. Solo in Italia Shakespeare ce ne fornisce un esempio, in Spagna i mori erano stati cacciati dai Franchi.
Per questa ragione c’è da rabbrividire quando proprio il governatore del Veneto, dove appunto è collocata Venezia, si sente in dovere di far sapere, nessuno glielo ha chiesto, che la cittadinanza vada data solo in base al sangue. Ci sono milioni di cittadini italiani che il sangue li hanno tutti. tranne quello che vorrebbe probabilmente trovare il governatore del Veneto, ammesso che ne sia riuscito ad individuare uno, dato che il sangue dei veneziani è già molto diverso da quello di chi è nato a Treviso.
In Europa molti sono i popoli ed i paesi che sono stati razzisti, alcuni hanno collaborato attivamente all’olocausto, pochi si sono dati leggi razziali, L’Italia è uno fra questi. La deriva appena imboccata tanto a cuor leggero ci riporta sullo stesso percorso, soprattutto se ci si mette in testa che gli italiani derivino dai caucasici bianchi che possono essere entrati, come minoranza fra l’altro, nei confini italici quando l’impero romano assimilò i visigoti. Il paradosso di questa vicenda è che tutto dipende da un tale somaticamente identico ai tratti del presidente algerino Ben Bella, un berbero di origine marocchina. Ben Bella aveva ben chiaro chi fosse, questo che gli assomiglia sicuramente no. Bisognerebbe regalargli uno specchio.
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