Bisogna sperare che i rilievi di costituzionalità mossi dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, alla legge sulla autonomia differenziata, convincano la Consulta. La materia è molto controversa e il ministro Calderoli, checché si possa credere, è tutt’altro che uno sprovveduto. Poi Emiliano dice, con la sua indole diplomatica, che l’impugnazione accompagna la raccolta firme. In verità se la Consulta si pronunciasse favorevolmente, la scavalla. Un risultato con cui uno scommettitore genericamente ragiona, visto che con il referendum puoi non raggiungere il quorum e nel caso in cui lo raggiungi, perdere. Due su tre. Troppo per giocarsi l’osso del collo.
Il referendum è senza dubbio una grandissima occasione di mobilitare tutte le forze che sono contrarie alla legge in questione e quindi si capisce perfettamente la voglia di dare la spallata ad un governo che sta oramai traballando da tempo. La maggioranza ostenta una saldezza completamente fuori dalla realtà. Questo è un governo in cui i ministri si mettono a polemizzare con l’apertura dei giochi olimpici, i presidenti di commissione con le sentenze della magistratura, tanto è caduto in basso. Dopo il voto sulla Commissione europea, il presidente del Consiglio non riesce più a convocare un vertice per le nomine Rai. I tre partiti di maggioranza hanno tre linee diverse anche sulla Rai. Per cui si capisce l’acquolina in bocca di chi voglia mangiarseli in un boccone. Come si dice? Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino.
Tutto dipende nel saper valutare un referendum abrogativo su una materia di per sé ostica, quando ci sarebbe da concentrarsi su uno prossimo costituzionale di maggiore rilevanza. Il precedente in Veneto, non incoraggia. In quell’occasione la Regione Veneto si mobilitò a favore dell’autonomia differenziata e continuando con questa storia che il nord ne esce agevolato, il nord potrebbe fare proprio come il Veneto, il centro restare in una apatica indifferenza, mentre il Mezzogiorno, già tanto risulta penalizzato che difficilmente potrebbe credere possa andare persino peggio.
Emiliano, con la sua mossa del cavallo, ha intanto trovato un elemento di sensibilizzazione mediatica. Visto la partecipazione recente al voto sembrerebbe un’impresa portare 25 milioni di cittadini ad esprimersi su un tema tanto complesso. Poi c’è una campagna elettorale da fare, dove le forze che promuovono il referendum sono tutte originariamente federaliste, per cui a favore comunque di una qualche forma di autonomia, tranne una, quella che ci ha messo in quarantena, come subito hanno sottolineato al Giffoni festival, è crollata elettoralmente e sta litigando con il suo fondatore. Nemmeno a dirlo questa forza ha promosso proprio la legge sull’autonomia differenziata nel 2019. Già i giornali filogovernativi sono pieni delle dichiarazioni dell’ottimo presidente Conte a riguardo, e perdonate se ce le risparmiamo, si leggono ovunque.
Non per altro, ma andare in battaglia con chi dimostra di non credere nella causa per cui combatti è già una mezza sconfitta. Potrebbe confermarlo facilmente Giovanna d’Arco, ma anche l’onorevole Fanfani, quando volendo abrogare il divorzio si trovò a fianco l’onorevole Almirante già beatamente divorziato in Brasile e con una nuova moglie in Italia. Sapete come andò a finire.
Regione Puglia