Il motivo per cui il leader di Hamas Haniyeh si trovasse a Teheran, piuttosto che a Doha, o altrove, é perché Teheran veniva ritenuta fuori dal raggio di azione di Israele. Bisognerebbe sapere con certezza come è stato ucciso Haniyeh e per questo servirebbero i rilievi dell’ esplosione. Solo le autorità iraniane sono in grado di avere un’idea esatta di quanto è avvenuto, quelle israeliane potrebbero persino essere state tenute all’oscuro. Se si tratta di un proiettile teleguidato da un aereo, un missile di precisione, come per la loro ambasciata a Damasco, è un conto. Se di una bomba piazzata nell’appartamento, addirittura mesi prima, uno completamente diverso. In entrambi i casi i servizi militari di Teheran hanno poco di che stare allegri.
La guerra in Italia è valutata in maniera bizzarra dal tempo dell’ammiraglio Persano. Si sono ascoltati presunti esperti pronti a sostenere che il sistema di difesa aereo iraniano era impenetrabile per Israele. Nel caso della prima eccezione, il missile, questo sistema si penetra eccome e sicuramente più facilmente di quanto si possa penetrare in Siria, dal momento che la Siria dispone di un sistema difensivo russo più avanzato di quello iraniano lo S 400, rispetto alla serie sovietica 300. Comunque i due sistemi non consentono illusioni, gli F35 israeliani non sono carcasse come gli F16 promessi all’Ucraina, colpiscono sia lo S 300 che lo S 400, prima di venir intercettati. Paradossalmente, i servizi iraniani preferiscono avallare questa loro indiscutibile debolezza e si capisce. Chiunque si intenda di armamenti, non il professor Orsini, ovvio, sa perfettamente già come stanno le cose, inutile bleffare. Perché nel caso in cui davvero il Mossad fosse riuscito a colpire da terra Haniyeh, questo significherebbe che Israele sarebbe anche capace di entrare attraverso l’opposizione iraniana con successo nel paese. Dal che i mullah, più che minacciare rappresaglie, dovrebbero iniziare a guardarsi le spalle.
Non soddisfatto della sua performance in Ucraina, due anni di combattimenti furiosi e manco ha occupato Karkiv a venti chilometri dal confine russo, Putin si è offerto come consigliere per gli iraniani che pure hanno il nemico non sotto casa, ma a quasi duemila chilometri di distanza. Se i mullah hanno un po’ di sale in zucca ascoltano i loro tirapiedi libanesi, gli hezbollah. Questi per lo meno hanno una qualche esperienza diretta sul campo. Putin è in grado di difendere Assad dalla guerra civile, non dalla caccia israeliana che in Siria fa quello che vuole, quando vuole, tanto che Assad è un agnellino nei confronti di Israele. Hezbollah è nata sostanzialmente perché un esercito regolare, libanese, siriano, iraniano, o quello che vi pare, se attacca Israele espone lo Stato di provenienza a ripercussioni pesantissime, vedi cosa avviene a Gaza e quello che si può dire tecnicamente di Gaza, per quanto possa apparire cinico, è che Israele ancora indossa i guanti.
Tutto sommato all’Iran fatte le roboanti dichiarazioni di circostanza, conviene mantenere lo stesso copione di sempre, anche perché ha già provato il suo grande raid aereo e si è visto che non sembra nemmeno la Luftwaffe. Poi Putin, bisogna riconoscerlo, lui che ammazza donne, bambini, vecchi. amici e oppositori con la massima tranquillità, si è mostrato umanitario. Ha chiesto al suo alleato iraniano di risparmiare vittime civili. Infatti, i mullah devono preoccuparsi principalmente di quelle loro che, continuando così, avranno molto presto
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