Vi è una sola evidente autentica differenza che separa Stalin da Putin, considerato che il primo è un maestro del secondo. Putin è stato un questurino della dissolta Unione sovietica. Stalin possedeva un certo realismo politico mentre Putin che pure è rimasto al potere persino più a lungo di lui ne è affatto privo. Il motivo per il quale Putin ha spadroneggiato per così tanto tempo è dovuto solo alla compiacenza dell’occidente nei suoi riguardi. Questo agli effetti è un vero torto occidentale, l’aver consentito ad un simile individuo qualunque capriccio, senza mai discuterlo. Si usa così con i parenti sfortunati, per lo meno fino a quando non intaccano seriamente il capitale di famiglia. A Putin è stata regalata la Cecenia, l’Ossezia, la Siria e la Crimea. Questo perché in fondo ci si rendeva conto delle esigenze di una potenza derelitta come la Russia, costretta a vivere di stenti. Dopo di che a Putin è stato posto un limite, che era appunto il mondo civilizzato, emancipato completamente dal dominio russo, quindi.
Da noi ora sono tutti preoccupati perché il gas russo non arriva più. Ma i russi che se ne fanno del gas, se non lo vendono agli europei? Mica lo mangiano il gas. Se lo svendono ai cinesi, e perché no agli indiani, ammesso che né i cinesi né gli indiani ne consumano quanto noi, che razza di affare avrebbero fatto i russi? L’Europa è un partner economico privilegiato e lo è appunto dai tempi di Stalin che infatti fece volentieri un accordo economico prima che politico con la Germania nazista già nel 1935. Poi a Stalin gli piacevano i nazisti. Putin se lo è dimenticato, ma senza l’alleanza con Stalin Hitler non avrebbe mai invaso la Polonia. Soprattutto Stalin ebbe difficoltà a capire che Hitler gli si fosse rivoltato contro, fu uno shock personale tremendo, ma a cui seppe reagire. Stalin e Hitler erano fatti per intendersi, restava incomprensibile al Cremlino l’odio di Hitler nei suoi confronti, e comunque si attrezzarono per affrontarlo.
Ma dove si vede il miglior realismo di Stalin rispetto a Putin? Nei suoi rapporti complessivi con il mondo occidentale appunto. Anche dopo Yalta Stalin cercò sempre un punto debole oltre cortina per attaccare, in quanto come Putin era convinto dell’inferiorità morale dell’occidente. Ma non confondeva l’inferiorità morale con l’inferiorità militare. Ad esempio la Grecia. Tastata la resistenza greca con la punta delle baionette, Stalin subito si ritrasse. E per quanto possa apparire incredibile seppe ritrarsi persino dalla Jugoslavia di Tito. Ma la grande prova di realismo di Stalin fu data in Finlandia nel 1938. Aggredito un paese che pure doveva apparirgli inerme, dopo tre mesi ritirò le armate perché gli erano evidenti gli insuccessi. E la Finlandia non disponeva degli appoggi dei paesi europei. Certo anche Stalin avrebbe potuto controllare qualche crosta della piccola Finlandia e bombardare periodicamente tutto quello che gli resisteva e poteva farlo anche per un intero anno. Ma ecco che la principale differenza fra il Voz ed il suo allievo ritardato, non è visibile. Stalin come Putin era privo di qualsiasi sentimento umano, ma in compenso aveva molto sviluppato quello del ridicolo. A Putin manca anche questo.
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