La principale minaccia nucleare al mondo, ha detto bene il governo cinese, sono gli Stati Uniti d’America, gli unici in grado di colpire chiunque senza poter essere colpiti a loro volta. Il più potente missile russo in grado di portare una testata nucleare, potrebbe arrivare al limite in Alaska. La Corea del nord, non la consideriamo nemmeno, basterebbe il Giappone ad annientarla. Quanto ai cinesi, hanno detto loro stessi di non essere pronti per una guerra nucleare e date le loro caratteristiche specifiche, i cinesi sono portati al commercio non alla guerra in genere, sarebbe l’ultima avventura in cui si imbarcherebbero. La Russia era una minaccia per l’Europa negli anni 50 del secolo scorso quando poteva spostare batterie missilistiche ed armarle dalla Jugoslavia a Berlino e far decollare aerei da queste regioni. Prima perse i rapporti con Tito, poi persino Berlino est. A seguire La Bulgaria, la Polonia, la Romania, che una volta erano uno scudo territoriale per uomini e truppe. Oggi tutti questi paesi possono colpirla agevolmente e volentieri. Secondo i calcoli un missile nucleare russo si abbatterebbe su Londra in duecento due secondi. Il problema è se riuscissero a lanciarlo un tale missile perché i loro siti sono monitorati tramite i satelliti così come è monitorata tutta la loro flotta. I russi fanno sempre sapere la velocità da crociera dei loro nuovi missili ma non ci dicono mai il tempo necessario per lanciarli. Solo l’altra settimana Putin ne ha sperimentato uno sul suo territorio nazionale e nonostante i pessimi rapporti si è premurato di avvisare le autorità statunitensi delle sue intenzioni. Perché mai farlo, se non nel timore venisse intercettato o addirittura distrutto prima di essere lanciato. D’altra parte Lavrov ha sempre detto, è la televisione russa che dice il contrario, che la guerra nucleare non è un’opzione per la Russia e che una guerra nucleare non avrebbe vincitori. Per la verità non avrebbe un vincitore russo perché anche ammesso che la Russia riuscisse a colpire qualcosa, sarebbe immediatamente distrutta. L’Alleanza Atlantica è ben più vasta di una Russia che si riduce oramai ai territori compresi fra la Bielorussia, il Kazakistan, e appunto l’Ucraina. Si capisce la depressione per chiunque leader russo accarezzi un sogno imperiale. Il suo attuale impero, usciti da Mosca è la steppa, la Siberia.
Che le cose non vadano bene per i russi nemmeno sotto il profilo convenzionale lo si comprende dal resto dalle dichiarazioni del presidente bielorusso Lukashenko. Egli ha detto che i piani russi in Ucraina non si starebbero realizzando suscitando la stizza di Mosca per cui le cose andrebbero benissimo. Mosca nega quello che tutto il mondo sa, 20 mila soldati morti, duecento carri armati distrutti, il settanta per cento del proprio arsenale andato in fumo e le due principali navi della flotta affondate. Ma c’è di molto peggio, i nuovi carri che dovrebbero arrivare obsoleti, i generali uccisi, una logistica che fa rimpiangere i tempi di Zukov, perché all’epoca almeno era all’avanguardia, adesso non consente nemmeno la presa di un’acciaieria a Mariupol. È un bel magro 9 maggio quello che si prepara per Putin e se proprio vogliamo essere sinceri, il peggio per il signore del Cremlino ancora deve arrivare.