Se proprio volessimo esser pignoli la Repubblica sociale del fascismo fu giusto un misero fantasma. Del fasto imperiale non c’era più niente. Lo stesso Mussolini se lo vedete nelle foto sembra già un morto che cammina. Nessuna baldanza, un solo comizio retrò in un cinema milanese, roba da avanspettacolo. Se il duce voleva fare una passeggiata lo avrebbe dovuto chiedere alle SS. Ci sono persino storici convinti che dopo il 23 luglio l’uscita di scena era stata concordata con la casa reale, che fosse dipeso da Mussolini se ne sarebbe rimasto volentieri sul Gran Sasso sino alla fine della guerra. Anche i volti intorno al duce sono sintomatici. Spariscono completamente i quadrumviri è costretto a fucilare Ciano, meno De Bono, ma smarrisce Bottai, Grandi ovviamente e gli resta Farinacci che ha sempre detestato. Il personaggio più emblematico è Graziani, un assassino vero e proprio, il gasificatore della popolazione libica, il primo a costruire campi di concentramento quando Himmler allevava polli, a impiccare, fucilare e torturare decine di civili al giorno, che erano solo beduini. Il bello è che Graziani non era nemmeno un politico, la politica a lui serviva a giustificare il furto, si credeva un militare. Quello che però colpisce di Graziani è che quando mori amnistiato, vai a capire come sia stato mai possibile per un simile farabutto, ai funerali romani la gente era per strada con il braccio teso. Come il fratello dell’onorevole La Russa, che si giustifica, appunto, parlando di un rituale militare.
Se poi vogliamo aggiungere un viso di autentico rilievo della Repubblica sociale ecco quello del povero Giovanni Gentile che invece vi aderì, antitedesco com’era, solo perché il figlio era detenuto in Germania. Graziani si sarebbe goduto ancora il mare del Circeo. Gentile fu ammazzato da un comando comunista per strada. La Repubblica sociale fu principalmente un avamposto della polizia tedesca, chi la combatteva, usava chiamare i suoi aderenti “scarafaggi”, causa la divisa, e pure quella Repubblica si presentò in ghingheri. Bombacci scrisse il programma e l’Italia del popolo titolò in prima pagina a sei colonne “Torna Mazzini”. Giano Accame, che si tenne la divisa della decima mas tutta la vita in ordine nell’armadio, era convinto davvero di essere mazziniano e Pacciardi, fingeva di credergli. Fra tanti criminali veri e propri, c’erano anche i cuori spezzati. Cesare Pavese, che mai era stato fascista, ne prese la tessera. Alla bell’è meglio il grosso dei suoi papaveri venne comunque giustiziato. Quelli che rimasero in vita poco più che ragazzini si fecero un po’ di carcere e poi oplà rieccoli su piazza con un loro partito che come simbolo adattò la bara di Mussolini, vi dipinse sopra una fiamma tricolore sempre accesa e prese per sigla tre lettere del nome del duce, Msi. Si pensò anche di arrestarli di nuovo tutti, ma vuoi per clemenza, vuoi per mettere una pietra sopra il passato, li si lasciò campare ai margini della vita pubblica, o come dicevano loro stessi, “nelle fogne”. Questo fino a quando non arrivò Berlusconi che decise di costituzionalizzarli. E loro poveracci, furono ben felici di entrare al governo finalmente nel 1994. Possiamo dire insomma che anche Fratelli d’Italia non sia poi questa grande novità. È una novità invece essere diventati il primo partito del paese.
Coloro che credono siano lievitati sotto il governo Draghi, prendono un clamoroso abbaglio. Fratelli d’Italia fece il suo primo passo alle europee del 2019 passando in pochi mesi dal 4 delle politiche al sei e mezzo, in opposizione al governo Conte. Ma nel luglio dell’anno successivo tutti i sondaggi li danno al livello del cinque stelle precipitati dal 33 al 14. Quando Conte celebra i suoi famosi Stati Generali come fosse un Borbone sul trono di Francia, per la prima volta Fratelli d’Italia viene stimato sopra il partito del presidente del Consiglio. Promesso il nuovo rinascimento e instaurato il coprifuoco, Fratelli d’Italia prende il volo. A dicembre del 2020 è sopra il 18 per cento. È una vecchia storia se la presunta sinistra chiude il paese a tripla mandata, la destra passa per liberale. Con il governo di solidarietà nazionale la corsa di Fratelli d’Italia si era fermata nei sondaggi ma già era arrivata al venti per cento, perché anche il governo di solidarietà nazionale prende misure di salute pubblica, ma per lo meno le fa condividere a tutte le forze politiche non solo ad una minoranza. Caduto il governo di solidarietà nazionale, Fratelli d’Italia fa il suo exploit immediatamente rilevato nei sondaggi. È già incredibile che non l’abbiano considerato Salvini e Berlusconi ridotti al rango di cavalier serventi della Meloni. Ma che Letta addirittura abbia pensato di lanciare la grande campagna antifascista con Bonino, Bonelli e Fratoianni, è stato semplicemente un suicidio.
Foto CC0
Comments 1