Chi non ha capito nulla dello scenario internazionale che si è aperto in medio oriente è, nemmeno a dirlo, il governo italiano. Palazzo Chigi ad attacco iraniano in corso convocava un vertice con i ministri degli Esteri e della Difesa per chiedere all’Onu di rafforzare la missione Unifil in Libano e persino di applicare la risoluzione 1701, quella che tutela i confini fra Libano ed Israele. Persino Marco Travaglio nelle stesse ore in diretta televisiva invitava a ritirare i nostri soldati, denunciando con il direttore di Limes, Caracciolo, la completa inutilità dell’Onu. La stessa cosa abbiamo scritto su questo giornale la settimana scorsa, quando ancora si era in tempo. Per impedire ora che Israele bracchi le milizie di Hezbollah rispettando la risoluzione 1701, l’Onu dovrebbe schierare nell’area duecento mila uomini ed è più probabile piuttosto che Israele attacchi direttamente in Iran.
Il governo italiano non ha compreso di trovarsi di fronte ad una sola guerra che dall’Ucraina è discesa in Medio oriente ed ancora non conosciamo appropriatamente il fronte africano che pure è incendiato. Quest’ampliamento del conflitto, l’escalation come si usa dire, è iniziata il sette ottobre scorso, giorno del compleanno di Putin, con l’aggressione ai civili israeliani. L’apertura del secondo fronte, sarebbe dovuta servire a distogliere la potenza americana dalla difesa dell’Ucraina e concentrarsi sulla pupilla israeliana, perché l’Iran, Hamas era solo la foglia di fico ovviamente, era discesa direttamente in campo. Almeno dal 2000 Teheran prepara l’aggressione allo Stato ebraico, circolavano persino le simulazioni video, e questo che abbiamo visto era il piano. L’unica cosa sfuggita al controllo, è la capacità di difesa aerea di Israele, che l’Ucraina non può vantare. Poi si può anche imporre all’Ucraina di non colpire il territorio del suo aggressore, perché l’Ucraina è un ectoplasma militare. Scordatevi di chiedere ad Israele di limitare in qualche modo la sua reazione, di fissare una linea rossa. La proporzionalità per Israele inizia a misurarsi con i milioni di ebrei infilati nei forni il secolo scorso. Non vuole che si ripeta.
C’è una sola differenza fra i due scenari di guerra. La Russia non ha nessun appoggio politico in Ucraina e combatte una guerra di sterminio vanamente. Israele, che non bombarda a casaccio, ha la possibilità di incrociare il consenso di un popolo iraniano che il regime degli ayatollah non lo sopporta più da decenni. L’Iran è un paese indo europeo colonizzato dagli inglesi nel’800 che ha dimostrato da subito capacità sorprendenti di emancipazione economica e civile. Come quello ucraino desidera liberarsi dai suoi oppressori. Se non è affatto detto che l’ Ucraina, con le armi occidentali, sia in grado di liberarsi della Russia, la forza miliare israeliana può piegare gli ayatollah così come si è sbarazzata del vertice di Hamas e di quello di Hezbollah. A qual punto Putin avrà perso i suoi principali alleati nella Regione e vedremo come si ritroverà in Ucraina dal momento che è ridotto ad essere rifornito dall’Iran.
Gli unici che giunti a questo punto possono ancora provare ad arginare la furia ebraica sono gli americani. I democratici ci stanno provando. Trump, mai vincesse le elezioni, darebbe al suo amico Bibi carta bianca. Dal che si facessero due conti anche i russi che hanno condannato la morte di Nasrallah.
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