Il Wall Street Journal ,sulla basi di fonti confidenziali, ha fornito una spiegazione della strategia della Casa Bianca elaborata dal Segretario al Tesoro Scott Bessent. Tralasciando il metodo seguito finora, l’obiettivo sarebbe di fare limitare, da tutti i partner commerciali, il coinvolgimento della Cina nelle proprie economie, in cambio di concessioni importanti. L’amministrazione statunitense intenderebbe quindi avviare negoziati con oltre 70 nazioni in modo da impedire alle aziende cinesi di insediarsi al loro interno per eludere i dazi statunitensi. Inoltre, i magnifici 70, dovrebbero anche evitare di assorbire i beni industriali cinesi a basso costo.
A quel punto, secondo le teste d’uovo alla Casa Bianca, Pechino verrebbe costretta a sedersi al tavolo delle trattative con minor potere decisionale. Trump vuole arrivare al dialogo diretto con la Cina e il WSJ scrive che abbia già pronte richieste specifiche per ogni interlocutore, a seconda del suo coinvolgimento nell’economia cinese. Se si comprende bene, si tratterebbe in fondo di scegliere tra America e Cina e puntare dritti all’espulsione delle azioni cinesi dalle borse del proprio paese.
Quello che il WSJ non dice è se i singoli Stati americani sono pronti a condividere questa linea di demarcazione tra bene e male tracciata dalla Casa Bianca. .La California ha appena fatto causa a Donald Trump. Il reddito della California è il primo in America, il quinto al mondo e superiore a quello dell’Inghilterra. A Silicon Valley sono prosperati principalmente grazie al commercio con i cinesi. L’applicazione della strategia di Trump potrebbe mettere in ginocchio l’intera economia, o per lo meno, questa è la convinzione del governatore Newson, passato alle vie legali. Qualcuno potrebbe osservare che la California si trova nella stessa condizione della Virginia nel 1862. L’abolizione della schiavitù avrebbe messo in ginocchio l’economia di uno degli Stati più prosperi del continente che alimentava con il cotone lo sviluppo del settore tessile inglese. In quel caso non si ricorse al tribunale, si andò dritti alla secessione. La California all’epoca, tranne una porzione meridionale, insignificante, sostenne l’Unione. Legata all”industria mineraria del nord e priva di un particolare numero di schiavi, divenne abolizionista. Nelle attuali condizioni, con Trump che vuole espellere la Cina ed i suoi prodotti, la California si schiererebbe per la confederazione, La Virginia trovò subito dei proseliti, vai a sapere che non vi siano altri Stati americani ad essere penalizzati come lo è di fatto la California.
Trump potrebbe rischiare di spaccare il suo di paese, soprattutto se non si chiede con che cosa possano venir sostituite le relaziono con l’economia cinese. Joe Biden è tornato sulla scena denunziando i danni e la distruzione compiuta dal suo successero in meno di cento giorni. Avrebbe ragione di preoccuparsi di più dei prossimi cento giorni. L’Europa si troverebbe in una situazione appena migliore. L’onorevole Meloni che ha cancellato la via della seta, avrebbe già fatto i compiti a casa. Il premer spagnolo Sanchez che è volato a Pechino, andrebbe preso per le orecchie. Si dà un’eccessiva importanza alla visita del presidente del consiglio italiano a Washington, non per altro, ma Trump dovrebbe prima avere il quadro esatto dei cinquanta Stati di cui è presidente. Non sapeva ancora della California dove pure è impiantato Elon Musk che già gli si è messo a remare di traverso. Prima di convincere i leader europei, Trump deve riuscire ancora a convincere i governatori americani.
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Ottimo spunto il pericolo di secessione !