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La spazzatura di Amato su Ustica

Riccardo Bruno di Riccardo Bruno
2 Settembre 2023
in L'editoriale
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La ricostruzione della strage di Ustica offerta da Giuliano Amato in un’intervista alla Repubblica, presenta per lo meno una serie di argomenti lacunosi, alcuni persino imbarazzanti dal momento che Amato è un ex presidente del consiglio, un ex sottosegretario di Stato all’epoca protagonista di tragici avvenimenti su cui egli si esprime con dei “forse”, dei “probabile” e dei “si dice”. In parole povere Amato si affida alla sua lecita valutazione personale di quello che appunto ritiene più presumibile, senza apportare nessun elemento nuovo al quadro probatorio. Le sue sono suggestioni destinate a restare tali, perché sono più di 40 anni che le leggiamo e ci vengono riproposte sempre uguali. In particolare i riferimenti istituzionali di Amato, ovvero i militari ed i governi alleati, hanno sostenuto tutti il contrario, i generali, oppure tacciono, i governi. Per Amato questo è un segno inquietante quando magari è invece il semplice segno di non disporre di alcun supporto utile alla sua tesi. Vi sarebbe poi da capire perché il giudice responsabile del recupero del relitto, il dottor Bucarelli lo abbia querelato. Su questa vicenda curiosa Amato avrebbe davvero potuto illuminarci, invece niente. Risalta una incongruenza storica nelle tesi di Amato, perché se la Francia fosse responsabile dell’abbattimento del Dc 9 come egli sostiene, cosa c’entra la Nato dal momento che la Francia ne aveva abbandonato il comando integrato dal 1966 per rientrarvi solo nel 2009 con la presidenza Sarkozy. Per cui non è affatto detto che le operazioni della Francia fossero monitorate dalla Nato, certo non erano decise insieme. La Nato per coprire la verità dovrebbe aver disposto delle tracce radar di quanto avvenuto nei cieli di Ustica, secondo il giornalista Andrea Purgatori, una vera battaglia, per cui questo vorrebbe dire distruggere ogni possibile registrazione che per una forza alleata non è proprio una cosa da niente. È più facile tirare giù un aereo che fare scomparire le tracce, lo sappiamo anche dalla comune giallistica a proposito dei delitti. Ammettiamo comunque che sia avvenuto quanto dice Amato la Francia abbatte il Dc 9, e bontà di Amato involontariamente, e ci pare di capire persino il mig sulla Sila e la Nato a cui la Francia ha smesso di rispondere, decide di coprirla al punto di distruggere ogni possibile prova radar, perché di questo si tratta. Resterebbe da chiedersi se fosse possibile che i russi non fossero in grado di sapere cosa avveniva nel mediterraneo, non erano interessati i russi a seguire i movimenti del mediterraneo? Del resto come si sa la loro tecnologia è tanto difettosa che nemmeno sanno oggi di cosa avviene nel cielo di casa loro. E la Jugoslavia titina? È possibile che nemmeno la Jugoslavia titina, non si accorgesse di niente? Evidentemente secondo Amato si, la difesa area del mondo socialista allineato e non allineato, faceva acqua da tutte le parti, c’è una battaglia aerea sul mediterraneo e nessun paese di quel blocco lo rileva. Resta solo da capire perché il diretto interessato Gheddafi, a cui pure non mancava il senso della spettacolarizzazione non si sia rivolto alle Nazioni Unite, denunciato che la Francia e l’America volevano ucciderlo e soprattutto non ci erano riusciti. Perché se la Francia e l’America avevano interesse a far passare in sordina una vicenda tanto scabrosa, sarebbe sottovalutato il senso politico del colonnello di non aver colto una occasione straordinaria per imbastire una campagna antioccidentale su questo fallimento. Amato si dice inquietato dal silenzio dell’occidente? Bisognerebbe essere stupefatti dal silenzio di Gheddafi, uno che pure amava parlare e spesso a sproposito, aveva avuto la più grande occasione di ribalta internazionale e l’aveva sprecata

Quello che però davvero colpisce dell’argomentazione di Amato è che Craxi addirittura avrebbe avvertito Gheddafi per salvargli la vita dell’attentato e quindi la Francia avrebbe sparato contro il Dc 9 mancando l’areo di Gheddafi su cui non era a bordo. In altre parole il segretario del partito socialista, che poi sarebbe salito a Palazzo Chigi, avrebbe saputo dell’abbattimento del D9 ed avrebbe taciuto, persino con Amato suo sottosegretario, fingendo di essere all’oscuro di tutto. Per lo meno Amato dovrebbe dimostrare le ragioni della complicità di Craxi con questo misfatto e su che basi egli sostiene che Craxi fosse stato informato, da chi e come e magari disporre, almeno su questo punto, facciamo notare che all’epoca circolava la voce che Andreotti, ministro degli Esteri, non Craxi, avesse avvisato Gheddafi, di un qualche risconto probatorio, altrimenti si sarebbe solo inflitto un altro colpo gratuito e anche volgare alla memoria di Craxi.

Infine davvero da questo giornale speriamo che il presidente Macron risponda all’appello di Amato sulle responsabilità della Francia, anche perché la cosa più facile che l’Eliseo possa fare è di contestare duramente le accuse spazzatura che vengono periodicamente rivolte alla sua Nazione su questa storia, soprattutto quando poi la Francia si trova in ambasce internazionale, come quelle di queste settimane nel Sahel.

foto cco

Tags: AmatoUstica
Riccardo Bruno

Riccardo Bruno

Riccardo Bruno si è laureato in Storia della Filosofia presso l'Università di Roma La Sapienza nel 1988. Dal 1987 al 1989 collabora all'Ufficio esteri del PRI diretto dall'onorevole Vittorio Olcese. Dal 1994 è capo ufficio stampa del PRI, dal 1995 giornalista professionista iscritto alla stampa parlamentare. Nel 1999 è capo redattore de La Voce Repubblicana. È stato poi editorialista per il Foglio di Giuliano Ferrara e l'Indipendente di Vittorio Feltri. Dal 2019 è prima vice direttore de La Voce Repubblicana e poi direttore politico

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