Ora che Trump è tornato alla Casa Bianca sull’onda di una marea di consensi vi sono due mesi per scatenare tutto l’antiamericanismo residuo senza freno alcuno. Perché Trump ha vinto? Perché “gli americani ragionano con la pancia”, il sofisticato pensiero del direttore di Repubblica che ha rimosso Maurizio Molinari, accompagnato da esperti internazionali che spiegano il machismo pregresso dell’America bianca, che avversa le donne anche se intelligenti ed istruite, “il contrario di quello che avviene in Italia”, dove votiamo prodigi come Meloni e Schlein, dibattito sui telegiornali Sky. Ancora non bastasse, ecco il capolavoro, Trump darà via libera al progetti di pulizia etnica in medio oriente, tesi di Quirico su La Stampa. A 48 ore dal voto, questo è solo l’antipasto. Da qui in poi bisogna essere pronti a leggerne e ad ascoltarne di ogni colore. Poi magari vedremo i misfatti che cova davvero la presidenza Trump alla luce del sole. Eppure l’America ha già vissuto una presidenza Trump, e stranamente il mondo è sopravvissuto. Guarda caso la stragrande maggioranza dell’elettorato americano ha giudicato quell’esperienza più affidabile dell’incognita Harris.
Può piacere o meno, ma Trump è un fenomeno di successo statunitense dagli anni 80 del secolo scorso e per contrastarlo con qualche efficacia, il partito democratico ha dovuto portare in campo un residuato prestigioso della guerra fredda come Joe Biden. Hillary Clinton si era dimostrata un flop clamoroso. La Harris anche peggio della Clinton, soprattutto dopo il sacrifico di Biden che pure aveva tolto a Trump il suo argomento più efficace, la senilità del presidente in carica. Perché l’America imbocchi una strada progressista deve avere una prospettiva di rigenerazione e di speranza. Bill Clinton e soprattutto Barak Obama, seppero ancora dargliela. Altrimenti, l’elettore, preferisce l’usato sicuro. Trump dava più garanzie di Kamala Harris, ecco semplicemente le ragioni della performance repubblicana.
Il Trump del primo mandato presidenziale non stravolse completamente la politica precedente, quale che fosse il suo parere su determinate questioni, e soprattutto la presidenza Biden non ha stravolto completamente la politica del governo Trump. I dazi alla Cina, Biden li ha ampliati e sulla lotta all’immigrazione clandestina ha provato ad emularlo financo nelle dichiarazioni della campagna elettorale. Trump è un miliardario che persegue i suoi interessi economici, verissimo. La Harris invece è una rappresentante altolocata degli interessi dei miliardari della Silicon Valley che si fa fare campagna elettorale dallo star system hollywoodiano. Dovendo scegliere, la rurale Pennsylvania ha preferito Trump, e lo ha preferito anche l’operaio Michigan.
Per quello che riguarda la politica internazionale, fu Obama ad entrare in urto con le scelte economiche di Angela Merkel e a spostare l’interesse statunitense verso il Pacifico. Soprattutto è stato Obama a consentire a Putin di non pagare nessun autentico prezzo per la annessione della Crimea nel 2014. Biden ha rappresentato un’eccezione in Ucraina rispetto alla linea di Obama e Trump potrebbe benissimo pensarla come la pensò Obama, l’Ucraina non ha nessuna rilevanza strategica per l’America, meglio andar daccordo con i russi. L’Europa dovrebbe dire a Trump guarda che se consentiamo alla Russia di riprendersi l’Ucraina, non sappiamo dove questa voglia andare a finire. La Russia era arrivata persino in Spagna. Se l’Europa è invece contraria a che l’Ucraina bombardi il territorio russo, cosa volete che faccia Trump? Meglio offrire un biglietto aereo per Malibu a Zelensky e tanti saluti.
Rispetto ad Obama Trump prese molto sul serio la questione del nucleare iraniano, tanto da voler interrompere immediatamente gli accordi a riguardo presi dal suo predecessore. L’Iran sa di ritrovarsi un nemico alla Casa Bianca, anche se Biden aveva confermato la linea di Trump. Biden però sosteneva i due Stati in medio oriente che per Trump esistono già, uno è Israele, l’altro, la Giordania. Entrambi buoni alleati dell’Occidente che Trump vorrà tutelare. Ed ecco Quirico prendere carta e penna, che fine faranno i poveri abitanti di Gaza? Gaza era egiziana, può tornare all’Egitto, chi l’ha detto che devi farsi uno Stato proprio? Ha avuto vent’anni e ha scelto Hamas che non vuole due Stati. Hamas vuole distruggere quelli che ci sono. La prospettiva dei due Stati non è venuta meno per causa di Israele e certo non sarà Trump a rilanciarla in queste condizioni. È Hamas a doversi assumere la responsabilità, non Netanyahu e meno che mai Trump.
Vero che mezza Europa avrebbe comunque preferito vedere Trump dietro le sbarre piuttosto che nuovamente alla Casa Bianca e ci saranno pure delle ragioni per tanta ostilità. Solo che se deve essere processato il presidente dell’unica grande potenza democratica rimasta al mondo, qui in Europa, ad occhio e croce, se ha ragione il commissario alla difesa Kubilius, non ce ne sono più, per lo meno fate un processo equo.
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