Il battaglione Bozen era regolarmente inquadrato nelle SS e trasferito a Roma con compiti operativi di difesa e sorveglianza della capitale. Per cui se si vuole discutere dell’attentato compiuto a via Rasella è inutile stare a dire che si trattava di giovani riservisti o di anziani musicisti. Il Bozen era un obiettivo militare perfettamente compatibile per i nemici della Germania nazista. Questione completamente diversa se si tratta invece di discutere il senso strategico di un attentato del genere, problema che certo non ebbe la resistenza Cecoslovacca. Nel 1942, ovvero quando la Germania nazista dominava l’Europa e non che fuggiva dall’Italia inseguita dagli alleati, gli antifascisti di Praga sostennero il commando inglese che eliminò Heydrich, Reichprotektor e numero due delle SS. Perché allora, il comando del Gap non discusse con il Cln la decisione di fare un attentato contro la truppa? Questa è la domanda che resta inevasa su via Rasella e che lascia aperte tutte le implicazioni che gli storici desiderano fare a quasi ottant’anni da quell’evento. C’è chi sostiene che il Cln mai avrebbe autorizzato una simile operazione, chi che il Gap voleva solo farsi notare dai vertici del partito comunista, chi che il partito comunista voleva intimidire gli alleati del Cln, e persino chi scrive che i comunisti volevano far massacrare i membri degli altri partiti antifascisti già incarcerati. Di certo c’è solo che se si voleva indurre il popolo romano all’insurrezione, via Rasella mancò completamente l’obiettivo politico e militare.
Davanti ad una situazione così complessa il presidente del Senato, senatore La Russa, avrebbe dovuto dimostrare se non doti di storico, per lo meno doti di maggiore equilibrio istituzionale. A sua discolpa possiamo solo considerare la formazione culturale che lo induce a una lettura completamente diversa da quella ufficiale. Il movimento sociale in cui è cresciuto La Russa non ritiene il fascismo responsabile della strage delle Fosse Ardeatine perché ha pianto la fine del fascismo nel 1943 e non per causa di una ribellione partigiana, ma per un voto del Gran Consiglio e poi il tradimento della Corona. Da quel momento, il fascismo divenne un ectoplasma tale da non potere essere derubricato nemmeno a complice dei tedeschi. Fu solo il loro zimbello. La Repubblica sociale non poteva quasi niente in alta Italia, figurarsi a Roma, tanto è vero che lo Stato italiano per la strage della Fosse ardeatine condannò Kappler, mica il prefetto di Roma. Il problema vero è che abbiamo fatto scappare Kappler e poi ci siamo ritrovati in una situazione a dir poco imbarazzante con un invecchiato capitano delle SS rimasto in carcere. Tutti nazisti insomma, i missini non hanno mai considerato i fascisti responsabili. La decima Mas che collaborò al rastrellamento non era inquadrata nell’esercito di Salò, collaborava con i tedeschi come esercito regio. Un bel problema perché il fascismo italiano è responsabile dell’intera epopea. Lo dice Hitler e gli si può credere, che senza Mussolini, quello sarebbe rimasto una spia della polizia della scalcinata repubblica di Weimar, manco gli passava per la testa di diventare il Fuhrer della Germania, provinciale austriaco com’era.
Considerata questa situazione regressa la voce repubblicana ebbe un contenzioso con il presidente della Camera Luciano Violante, quando a metà della legislatura che aveva portato al governo l’Ulivo, propose una pacificazione con i post fascisti. Idea generosa ma che avrebbe preteso per lo meno che si riconoscesse comunemente il fascismo colpevole e nel torto. Solo per averlo detto dai partiti della maggioranza che sosteneva il presidente Violante ci si rispose che eravamo anacronistici, che non avevamo cuore, che volevamo continuare la guerra civile. Per la verità la voce ricordava ai nostri meravigliosi alleati di allora che la storia la scrivono i vincitori. I vinti la contestano. Se poi i vinti di ieri ottengono una rivincita, state sicuri che subito la riscrivono.
Riccardo, commento eccellente ineccepibile. Al pari di pressoché tutti i contributi che dai. Grazie.
La verità sta nel titolo, ma una domanda credo sia lecita: perché chi ha messo la bomba in via Rasella non si è costituito. Sappiamo il nome, era rosso come il fuoco. Per Violante non possiamo dimenticare che ha fondato la sua carriera politica con l’accusa a Pacciardi di golpista, nello stesso periodo ho conosciuto ad Orbetello Valerio Borghese con la compagna liberi a passeggiare per il corso nonostante un mandato di cattura. Vi sembra normale…