L’Italia è un paese fantastico, dove ci si preoccupa del rischio di estinzione dell’orso polare artico, senza nemmeno conoscere la diffusione dell’orso in Trentino. Ed è davvero difficile da credere che una Regione italiana abbia introdotto un programma di ripopolazione dell’orso in un’area che non conta ottomila chilometri quadrati di montagne e foreste come lo Yellowstone, e che pure oggi si ritrova con lo stesso numero degli orsi dello Yellowstone. Questo perché i curatori erano convinti che gli orsi si sarebbero spostati anche nelle altre regioni. Il che vuol dire che è stato affidato un programma di ripopolazione degli orsi a chi non sa nulla sulla territorialità degli orsi, che si spostano solo se costretti e sono capaci di convivere fra loro in uno spazio relativamente ristretto quando necessario. Si diffonderanno, certo, ma non prima di aver raggiunto il migliaio di esemplari. L’orso è un animale solitario così come è altamente adattabile, tanto che Kleist nel suo Teatro delle marionette, ci ricorda che nel ‘700 erano usati nella scherma tale la confidenza con l’uomo.
Per più di vent’anni nessuna amministrazione del Trentino Alto Adige si è resa conto della pericolosità istituita per l’orso e per l’uomo messi strettamente a contatto e nemmeno ci si è preoccupati della cautelativa necessità di avvertire gli abitanti della popolazione di orsi in aumento. In compenso abbiamo già gli ambientalisti che ci dicono che dobbiamo convivere con l’orso. Per lo meno si preoccupino di far esporre i necessari cartelli per i sentieri dei boschi in modo da invitare gli umani alla prudenza. Andare a correre in quota, non sarà più possibile, perché puoi spaventare un orso e venir aggredito. Se invece si crede che basti rinchiudere qualche soggetto turbolento, parliamo di bestie di artigli, fauci e muscoli per duecento chili, in una zona recintata, viene da sorridere. L’orso cresciuto in natura, scappa, se no impazzisce, altrimenti va riempito di cibo fino a rincitrullirlo completamente. Un tale sottofondo ideologico rende davvero miracoloso che sia morta una sola persona e ora si discuta se abbattere l’orso o meno. Vi sono anche le relative partigianerie, nemmeno si volesse preparare una futura campagna elettorale.
Dovrebbe essere chiaro che tutta la popolazione faunistica va reimpostata e corretta, in Trentino e nel resto d’Italia, visto che con l’orso abbiamo reintrodotto il lupo e nonostante il lupo, pullulano i cinghiali, e se il lupo è scaltro e furtivo, gli orsi sono espansivi come i cinghiali, per cui bisognerà pure prepararsi. Nemmeno in Zambia, quando si vuole ripopolare un’area con il leone per tutelarne la specie, si liberano degli esemplari a ridosso dei villaggi, come si è fatto con l’orso del Trentino. Bisognerà rivolgersi agli amministratori dello Zambia per procedere ulteriormente. Fra le tante genialate conosciute, il Parlamento del 2021 ha aggiunto all’articolo 9 della costituzione i commi per i quali si “tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”. E pure, “la legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali“- Meno male che all’epoca c’era un segretario di partito che diceva di voler preservare la costituzione del 1948, evidentemente senza comprendere quali fossero i rapporti con una fauna devastata da 5 anni di guerra. I gabbiani che si vedono oggi a Roma si vedevano stecchiti nel litorale dopo i bombardamenti del ’43.
La questione ha il pregio di essere semplicissima. Il Trentino Alto Adige può permettersi, affinché vengano limitati rischi mortali ai suoi abitanti, una popolazione di 15, massimo 20 orsi stanziali. E questi vanno monitorati con continua ed estrema prudenza, giorno e notte. Poi, visto che volete tutelare non si sa quale ambiente, fate come vi pare. Il consiglio che possiamo dare è quello di abbandonare le comunità montane, le baite, gli ostelli e scendere tutta a valle.
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