“È un orrore che si sia costretti a chiedere giustizia”, Saint-Just
I genitori straziati della giovane vittima nei boschi del Trentino Alto Adige, sono contrari ad abbattere l’orso aggressore. E pure hanno chiesto giustizia e meritano la piena solidarietà a cominciare da quella del governo. “Finché vedrete qualcuno nell’anticamera dei giudici e dei tribunali, il governo non val nulla”, amava dire un repubblicano di antico conio, Saint-Just. Tutta questa vicenda che riveste una certa rilevanza nazionale potrebbe venir derubricata ad un banale incidente di montagna. Ne accadono di infiniti. Spesso per causa dell’uomo presuntuoso come è di una confidenza con la natura che non detiene affatto. Un animalista statunitense visse tredici anni accanto al grizzly e alla fine venne mangiato vivo lui e la sua compagna. In questo caso abbiamo un comune cittadino che deciso di fare una escursione come sua abitudine viene aggredito ed ucciso a pochi chilometri dalla sua abitazione.
II presidente Fugatti, in una intervista a La Repubblica ha espresso la stessa opinione di chi pure, come questo giornale, non si è mai occupato della fauna selvatica. I lettori perdonino tanta improvvisazione e senza competenza alcuna, l’aver dedicato attenzione a tale argomento. Quando si vede un cinghiale gironzolare sotto il Palazzaccio di Roma, centro storico, in pieno giorno ecco che ci si accorge di un salto nel tempo che va oltre a quello dei Gracchi. Un cambiamento tale meriterebbe persino l’ attenzione del sindaco della capitale, non fosse troppo intento nei giochi di carte al cellulare. Il cinghiale bisognava andare a snidarlo nell’entroterra della Maremma. Questo alla fine del secolo scorso, quando di orsi in Trentino, nemmeno si sapeva più cosa fossero. La lezione dell’umanesimo cristiano nel corso dei secoli ha posto l’uomo al centro dell’universo mondo non l’animale come avviene in certe culture asiatiche. Dal che ne è conseguito lo sterminio delle specie predatorie nelle nostre valli e montagne.
Il presidente Fugatti ha spiegato che gli esperti erano sicuri, gli orsi mai avrebbero aggredito l’uomo. Bisognerebbe sapere se gli esperti hanno anche escluso che potessero aggredire il bambino. Si tratta comunque degli stessi esperti che puntando ad un ripopolamento dell’ area con almeno 50 animali, erano convinti di vederli poi diffondersi sull’intero sistema alpino, fino al Piemonte. Anche se gli orsi volassero come le rondini, non c’è bisogno di essere esperti per sapere che la nidificazione degli uccelli avviene sempre nel medesimo posto, dove ritornano dopo ogni migrazione. I grandi mammiferi terrestri invece non sentono alcun bisogno di allontanarsi a meno appunto che gli si spari contro sino a sterminarli. Gli orsi non migrano infatti, vanno in letargo e quelli arrivati non si sono più mossi. Per cui visto che lo stesso Fugatti ritiene la densità della popolazione umana su un territorio limitato come il Trentino, tale da ritrovarsi a contatto del predatore, bisogna che agli ambientalisti sia chiara una cosa. Non si tratta del Tar che impugna l’abbattimento di questo o di quell’esemplare. È in gioco la salute pubblica di una Regione che non poteva e non può permettersi questa situazione. Il Trentino non è lo Yellowstone.
Giustizia presume che i genitori della vittima sappiano chi siano coloro che hanno consentito il ripopolamento della Regione nei termini in cui è avvenuto, considerando, magari, che il monitoraggio degli orsi in questa situazione, non è nemmeno possibile. È molto più facile monitorare i leoni della savana che vivono in piccoli gruppi. Ne individui uno e hai sotto controllo tutti. Gli orsi, ci è stato spiegato che conducono preferibilmente un’esistenza solitaria. Hai voglia di andarli a cercare. Eppure la giustizia dovrà pur completare il suo corso. Non si tratta di eliminare un animale incriminato. Occorre rimuovere il 50 per cento della popolazione di orsi e ignoranti come siamo, sembra ancora poco. Che siano gli esperti scienziati ambientalisti a spiegarci come farlo. Possibilmente prima della prossima vittima.
Foto di Olivia Magnani