In una audizione al Bundestag del 14 ottobre scorso il capo dei servizi segreti esteri della Germania, Bruno Kahl, ha spiegato che le forze armate russe saranno in grado di sferrare un attacco alla Nato entro la fine di questo decennio, se non prima. Secondo Kahl, “il Cremlino considera l’Occidente, Germania inclusa, come un nemico”. L’obiettivo del presidente russo Vladimir Putin, non sarebbe quindi diretto solo alla conquista dell’Ucraina, ma come ovvio alla “costruzione di un nuovo ordine mondiale”. L’unica obiezione all’analisi del capo del servizio segreto tedesco. è, come possa uno che in due anni ancora non sia riuscito a sfondare le linee ucraine, perdendo pure un pezzo del suo territorio, a riscrivere l’ordine mondiale. Putin invece di continuare a massacrare soldati nel Donbass inutilmente, è stato costretto ad arruolare nepalesi, nord coreani, yemeniti, dovrebbe piantarla lì e cambiare obiettivo. Sfruttasse il corridoio di Kaliningrad. Allora potrebbe isolare completamente gli stati Baltici e la Polonia e puntare al cuore della Germania. La passata settimana, esasperati come siamo ridotti, glielo abbiamo persino suggerito a Putin. Che la Russia attaccasse la Germania da Kaliningrad, tempo tre giorni sarebbe a Berlino, una impresa degna di un conquistatore. Non che continua a sguazzare nel fango di Advicka che nessuno al mondo sapeva dove fosse ed ora è ridotta in macerie.
Nemmeno tutta l’amministrazione tedesca leggesse la voce repubblicana, sabato scorso la Frankfurter Allgemaine Zeitung, pubblicava un piano del governo tedesco di mille pagine per resistere all’invasione russa. Il capo del Comando di difesa territoriale della città-Stato di Amburgo, il tenente colonnello Joern Plischke, spiegava che Amburgo verrebbe attaccata prima di Berlino. La Russia colpirebbe al cuore il sistema industriale tedesco con l’impiego di droni e attacchi informatici, un corpo speciale rastrellerebbe per assassinare i manager. Quanto agli effettivi sul campo, la Russia produce attualmente 25 carri armati al mese, la Germania tre all’anno. Dal che il dubbio che il piano tedesco sia in ritardo. A Putin non conviene aspettare il 2030, conviene attaccare ora.
Se Putin invece non invade la Germania, non è per le difese tedesche, che non esistono ma per i bombardieri americani in Polonia, oltre al fatto che la Gran Bretagna monitora l’attività di Kaliningrad ogni minuto secondo. La vita a Kaliningrad scorre piacevolmente fra simulazioni di lanci di missili con testate nucleari ed esercitazioni con le truppe imbragate in tute antiradiazione. Kaliningrad è l’unica autentica spina nel cuore della Nato, quello che Wagner definirebbe “l’anello del Nibelungo”. La sola piattaforma strategica da cui i russi possono creare danni molto seri all’occidente, cosa che certo non accade conquistando Bakhmuth. Il primo obiettivo che si deve porre la Nato, se vuole davvero concludere la guerra in Ucraina, è estromettere la Russia da Kaliningrad. Fino a che Putin resta a Kaliningrad, l’Europa non avrà nessuna garanzia di pace possibile, nessuna condizione diplomatica soddisfacente. Fra l’altro Kaliningrad di russo non ha un bel niente. Si tratta della vecchia Koenisberg prussiana di Immanuel Kant. Se Kyiv non fa parte della Russia, come è possibile che ne faccia parte Koenisberg cambiandole nome? Putin resta a Koenisberg e possiamo escludere una qualsiasi sicurezza per la pace in tutto il continente, lo tiene tutto nel mirino.
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