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Fuhrerbunker

Riccardo Bruno di Riccardo Bruno
24 Settembre 2024
in L'editoriale
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Gli stessi opinionisti pronti a spiegare con zelo che la Russia aveva già vinto la guerra prima di iniziarla, sono anche coloro che ritengono Putin capace di premere il bottone della valigetta nucleare. Dal che non si capisce perché mai uno ha vinto o sta vincendo la guerra e pure dovrebbe distruggere il mondo. Contraddizione apparente, in quanto i due argomenti sono sorretti dalla stessa logica. Non ci si può opporre a Putin. Nel caso non fosse quel geniale comandante di eserciti che si dipinge, sarebbe un pazzo furioso.

Sono costoro a descrivere, magari senza accorgersene, Putin come un nuovo Hitler. Se il Fuhrer avesse avuto le atomiche di Putin, non avrebbe esitato un attimo ad usarle, appena compresa la sconfitta. Tolti gli esperimenti missilistici fallimentari, le V2 tedesche che cadevano in testa ai nazisti, il Sarmat russo esploso ieri nel suo stesso silo di lancio, il Cremlino non assomiglia in nulla alla Cancelleria del Reich. Intanto perché non c’è nessun bunker scavato nel sottosuolo. Putin, dall’inizio della “operazione speciale”, il termine guerra lo usano solo gli occidentali, i russi non fanno “guerra” ad una loro regione, vive a Novo-Ogaryovo, rinchiuso in una specie di fortezza. Poi Hitler amava solo il suo cane, quando Putin ha una numerosa famiglia abituata a frequentare l’Europa, una figlia viveva in Austria, un’altra è sposata con un cittadino olandese. Anche gli oligarchi di Putin sono diversi dai gerarchi nazisti, abituati a svernare con le loro mogli in Italia ed in Spagna, spesso con doppia cittadinanza. La Russia è otto mesi all’anno sotto zero, con punte di meno sessantasette gradi. Tutti quelli che possono scappano. Il russo ha gioia di vita, non gli appartiene il nibelungico desiderio di morte di un Goebbels. Il russo, anche il più mistico fanatico, il conte Tolstoj, non scorge nessun giovamento nella distruzione dell’esistenza, tanto che Putin, per sicurezza, dall’inizio dell’invasione ha eliminato già una dozzina di oligarchi. Pensa lui al meglio per tutti.

Se invece davvero Putin fosse disposto a trascinarsi dietro il mondo intero nel Walhalla, almeno avremmo liberato il campo dalla favola della vittoria russa. Putin avrebbe perso la partita e sarebbe costretto ad uscire di scena come l’ultimo dei nibelunghi. Ora bisogna liberarsi della bazzecola della minaccia atomica. La guerra atomica non è la leva automatica del film di Kubrik il dottor Stranamore, dove i missili si dirigono su ogni dove. I missili vanno armati, gli obiettivi selezionati e come si capisce dal Sarmat che Putin aveva definito la sua arma più potente e ne è rimasto un cratere, andrebbero pure testati. Il primo rischio della guerra atomica è che ti si ritorca subito contro, senza aver nemmeno sfiorato il tuo avversario. L’unica esperienza di guerra atomica riuscita, prevede un lancio di una bomba da un aereo, non un attacco missilistico, altrimenti la Corea del Nord avrebbe già cancellato la Corea del Sud. Senza contare, che l’arma atomica venne impiegata per far finire la guerra, non l’umanità.

Ammettendo anche che l’arsenale russo fosse perfettamente aggiornato, tecnologicamente efficiente e non sbagliasse un colpo, resterebbe il problema di stabilire il bersaglio. Non certo la Polonia o l’Ucraina. Gli effetti arriverebbero alle stesse truppe russe impiegate al confini, considerazione che vale anche per i paesi baltici e la Germania. Nessuno dei corpi d’armata russi schierati dispone di più di un battaglione equipaggiato per una guerra nucleare. L’Italia non varrebbe la pena colpirla, è un’amica fidata, restano Inghilterra e Francia, cioè due potenze atomiche da sempre in massima allerta. Per cui non è affatto detto che i missili su Francia ed Inghilterra non vengano intercettati contenendo i danni. Bisognerebbe semmai colpire l’America, un territorio molto scoperto, ad una distanza proibitiva. C’è sempre la guerra sottomarina, ovvero la più controversa anche perché un sottomarino nucleare è monitorato dai satelliti appena lascia un porto. In termini semplici Putin si troverebbe nello stesso dilemma di Crusciov che aveva contro testate nucleari montate in Turchia senza che lui fosse giunto a Cuba. Oggi la situazione è peggiorata per la Russia, perché ci sarebbe anche la Finlandia all’epoca neutrale. E meno male che Lavrov si è detto pronto a combattere la Nato nell’Artico, dove è più forte che in Ucraina. Basta che uno si guardi una mappa, ci sono anche Australia e Giappone e si capisce il quadro facilmente. Se Putin fosse messo sotto scacco in Ucraina, l’unica cosa che potrebbe sparare è un colpo alla testa. La sua.

licenza pixabay

Tags: HitlerPutin
Riccardo Bruno

Riccardo Bruno

Riccardo Bruno si è laureato in Storia della Filosofia presso l'Università di Roma La Sapienza nel 1988. Dal 1987 al 1989 collabora all'Ufficio esteri del PRI diretto dall'onorevole Vittorio Olcese. Dal 1994 è capo ufficio stampa del PRI, dal 1995 giornalista professionista iscritto alla stampa parlamentare. Nel 1999 è capo redattore de La Voce Repubblicana. È stato poi editorialista per il Foglio di Giuliano Ferrara e l'Indipendente di Vittorio Feltri. Dal 2019 è prima vice direttore de La Voce Repubblicana e poi direttore politico

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