Dire che il governo debba solo temere i magistrati, non significa necessariamente accusare un ordinamento costituzionale di complotto. Si potrebbe anche esprimere la propria convinzione sulla solidità del governo. Tanto è forte l’esecutivo che solo una tempesta giudiziaria, tipo quella del 1992 o poi del 1994, potrebbe farlo cadere. Anche se, indipendentemente dalla tempesta giudiziaria, i governi del 1992 e del 1994, per la verità apparivano debolissimi. Sarebbe comunque comprensibile che il ministro Crosetto volesse confidare sullo stellone del suo di governo, tanto che nemmeno andrebbero prese in considerazione parole che pure hanno suscitato tale clamore, se non perché in linea di massima, un ministro della Repubblica farebbe bene ad esternare sulle materie di cui è competente, risparmiandosi ulteriori commenti. Poi non si può essere sempre così bacchettoni, non dire questo, non dire quello. Il ministro è un cittadino libero di confidare le sue opinioni e di risponderne. Il governo ha appena raggiunto il via libera della Commissione europea alla quarta rata del Pnrr, un autentico successone, come non esprimere il proprio entusiasmo. E’ vero che adesso restano solo le scadenze da rispettare ed evidentemente questo viene considerato un dettaglio, tale per cui si possono benissimo prospettare dei test psico attitudinali per i giudici, cosa che secondo il ministro Nordio, un giudice per l’appunto, è perfettamente corretta.
Tanta sicurezza del governo può avere un punto debole dato che le dinamiche politiche economiche sono sempre molto più complesse. Nemmeno risultati eccezionali possono dipanarle. Basta una piccola distrazione, dimenticare la tutela del prezzo della bolletta per scatenare un putiferio ed attenzione perché ci sono le elezioni. Il successo della destra radicale in Olanda non è proprio un buon viatico per chi come Crosetto sogna un morbido approccio nel fronte conservatore. Poi ci sono anche dei segnali inquietanti da interpretare, la bocciatura di Roma alla candidatura per l’Expo, surclassata da Riad e una città sud coreana. Chi conosce Roma nella sua realtà quotidiana, una città dove regnano gabbiani, topi e piccioni che banchettano nell’immondizia e ogni tanto arrivano anche i cinghiali e dove non cammini in centro, né in macchina né a piedi, per non parlare di quando inciampi nei sampietrini rimossi, o si apre una voragine su una strada urbana ad altro traffico, ha davvero difficoltà nel credere che qualcuno si potesse illudere su una sola possibilità remota di vittoria Eppure non sono queste le ragioni per cui Roma è stata avvilita al punto che si è detto di una Lepanto rovesciata. Di questo aspetto dovrebbe preoccuparsi il governo, ovvero che nonostante i suoi successi e la sua brillante e giovane immagine, qualcosa del sistema Italia non viene percepito con la dovuta rassicurazione.
Come si fa a pensare che possa confortare l’opinione pubblica mondiale ritenere necessario la riforma stessa del governo, per renderlo più autorevole, come dice il ministro degli esteri Tajani, o più stabile, come dice il presidente del consiglio Meloni. In questo modo il governo contraddice Crosetto, non siamo stabili, non siamo autorevoli, vogliamo la riforma costituzionale per diventarlo. Timori evidenti e devastanti che non esistono a Riad e nemmeno nei dintorni di Seul.
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