Per quanto bisogna ancora aspettare la formazione del nuovo governo polacco, la sovranista Diritto e Giustizia è ancora il primo partito, la coalizione europeista messa insieme da Tusk ha raggiunto nei dati finalmente ufficiali il 54 per cento dei consensi elettorali. Salvo una prova di forza parlamentare, non si sa mai cosa può succedere in terre così lontane, sulla base del voto la Polonia ha salutato la deriva nazionalista e la cosa più importante è che l’ha salutata sotto la pressione politica e militare della Russia. Anche se va riconosciuto al governo uscente di essere sempre stato fermissimo a riguardo, i polacchi si sentono più sicuri rafforzando i legami con l’Europa, piuttosto che con chi a Visegrad si era messo a privilegiare un personaggio come Orban, ovvero, un topino convinto di poter addomesticare un gatto. E’ stato proprio Orban ad uscirsene qualche anno fa con la frase per cui l’Unione Europea fosse peggio dell’Unione sovietica ed i Polacchi gli hanno risposto oggi dicendo che solo la Russia con la sua aggressiva politica di potenza è paragonabile all’Unione sovietica. Con il che possiamo dire che comunque vada il gruppo di Visegrad è sepolto per sempre.
La Polonia è la nazione più sensibile alla guerra scatenata in Ucraina, sottoposta com’è alla minaccia, anche se improbabile, della Bielorussia e all’intimidazione, questa più plausibile, di infiltrazioni della Wagner. Questo quando l’enclave di Kaliningrad è armata al suo confine. Bene, l’elettorato polacco ha dato una risposta inequivocabile. Poi nel nostro paese circolano certi personaggi per i quali la politica europea e statunitense di armare l’Ucraina viene considerata già fallita e da mesi stanno lì a dirci che si deve cercare non si sa esattamente quale dialogo distensivo con un tipetto come Putin. Personaggi noti che si esaltano se qualche ministro si mette a ragliare che il sostegno a Zelensky non può essere illimitato. A costoro ha risposto il voto in Polonia. Ma che c’entra? L’Italia non è mica nelle condizioni della Polonia. E’ vero, l’Italia infatti sta molto peggio, perché sotto una minaccia ben più ampia nel mediterraneo dove si è riacceso l’estremismo islamico. Beati coloro che pensano che Hamas, più o meno sempre la stessa gente, sia un movimento nazionalista travestito da islamista, per avere successo. Mai crollasse il fronte Ucraino, che grazie alle armi inviate tiene botta, mai la Polonia avesse dato un qualche segno di debolezza, Diritto e Giustizia ha chiuso la campagna elettorale in polemica con Kyiv, pensando di razzolare qualche voto, noi avremo la Russia che si prende il Mar Nero trovando un accesso al Mediterraneo ben più esteso di quanto pure già gli offra la Siria e forse anche parte della Libia.
Una qualche esitazione nei confronti dell’Ucraina, pensando magari che sia possibile mettere una pezza in Medio oriente e vai a sapere dove finisce il vecchio continente. Il voto in Polonia rinforza il confine dell’Europa orientale. Ora sta principalmente a Francia ed Italia di fare la loro parte badando bene alle piroette che nelle opinioni pubblica di questi paese, vi saranno su Israele. Nemmeno due settimane e gli ebrei da vittime vengono già passati per carnefici. E’ il modo con cui i russi dipingono gli ucraini quando li accusano di nazismo. Fortuna vuole che i polacchi li conoscano bene i nazisti, perché furono appunto aggrediti, mentre i russi furono quelli che si misero d’accordo con gli aggressori. Quando agli italiani ci si erano proprio alleati. Un giorno la camicia rossa, un altro la camicia nera e sempre quella di Arlecchino pronta alla bisogna.
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