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Lo Stalag formato familiare

Riccardo Bruno di Riccardo Bruno
19 Settembre 2023
in L'editoriale
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In consiglio dei ministri l’onorevole Meloni ha denunciato con amarezza quei governi europei che non condividono la sua proposta di accordi con paesi africani per contenere i migranti, considerandoli inaffidabili. Purtroppo per lei, il dissenso ce l’ha anche in casa. Il ministro degli Esteri Tajani, atteso all’Onu, ha parlato con il Corriere della Sera, Gli accordi con Tunisia e Libia? Per Tajani i migranti arriveranno da Egitto, Marocco ed Algeria. Per la verità, secondo i report del ministero degli Interni, dall’Egitto sarebbero già arrivati. E magari si trattasse solo di cinque paesi, la punta di una piramide la cui base si trova sepolta sotto il deserto. Nel Sahel, Niger, Burkina Faso, Mali, sono i primi indiziati. Il grosso della migrazione verrà da lì, quando il governo vanta un misero accordo con la Tunisia, senza manco saperlo far rispettare..

Tutta colpa degli scafisti. E le Ong? Per le Ong non si può non portare in salvo chiunque voglia lasciare il continente africano, perché altrimenti lo si consegna a morte certa. In particolare le Ong mettono nel mirino la Tunisia dove il regime a cui l’Italia ha promesso finanziamenti per centinaia di milioni applica la pulizia etnica. In Tunisia ci sono i pogrom, per questo la gente scappa. L’Europa democratica si mette nelle mani dei razzisti tunisini. Che nemmeno il governo creda nel successo dell’intesa con Tunisi lo si comprende dalle decisioni prese in Consiglio dei ministri. Si preparano nuovi centri di raccolta per i migranti dove si pensa di rinchiudere i clandestini per 18 mesi, prima di stabilire cosa farne. L’Italia avrà le sue Dachau formato familiare. Hitler gli ebrei pensava di spedirli in Madagascar, poi trovò più conveniente sterminarli. Tutti i profughi che saranno rimandati indietro sarà come consegnarli alla camera a gas. Vi è solo il fatto che c’è da dubitare della capacità del governo di gestire per 18 mesi una tale massa di persone in aumento, per cui la cosa più probabile è che si perda altro tempo, che i profughi per gran parte in 18 mesi si dilegueranno, il motivo per cui l’Europa vuole blindare le frontiere. Invece di fare pressione sulle cancellerie europee, come passa il tempo il governo? Con la famiglia Le Pen, con il presidente della Commissione priva di qualunque potere concreto sull’accoglienza. Sono gli Stati che bisogna convincere, poi semmai serve il presidente della Commissione, non l’inverso. L’unico interlocutore vero del governo è un tipetto come Orban, sai che aiuto potrà darci l’Ungheria.

Correva l’anno 1989, ed il partito repubblicano italiano fu la prima forza politica di un governo europeo a dire che non si potevano regolarizzare tutti i clandestini arrivati in Italia a colpi di sanatorie. Al’l’epoca esisteva ancora la cooperazione e la speranza che l’Occidente riuscisse ad avviare dei percorsi virtuosi nelle nazioni africane. L’epopea coloniale si era esaurita da meno di trent’anni, tutti gli Stati indipendenti erano giovani. Si nutriva speranza persino in Gheddafi socio dell’avvocato Agnelli. Oggi abbiamo un quadro del continente africano desolante, dove invece dell’equilibrio occidentale si è affermato l’integralismo islamico. Eliminate le dittature pan nazionaliste arabe si è diffuso il caos e dove queste hanno resistito, in Siria, sono diventate persino più repressive. Si è spinta avanti la Russia, si è affacciata la CIna. Nel 1989 si poteva ancora credere in un tentativo di realizzazione della democrazia africana, poi è arrivato il Ruanda, la Somalia. Realtà difficili da accettare. L’ultimo grande tentativo riformatore è stato quello intrapreso da Obama con le primavere arabe, un fallimento completo. Ora possiamo benissimo provare ad alzare muri e ghetti dove rinchiudere e rinchiuderci. A parte che sarebbe una soluzione antistorica, le migrazioni hanno avuto la meglio persino sull’impero romano, soprattutto è anti geografica. Il governo provi pure a schierare le cannoniere davanti a Lampedusa a costruire i suoi Stalag nazionali. Se continua con i risultati ottenuti finora, è sicuro che l’Europa finirà per essere travolta da questa marea nera che avanza. Molto prima verrà travolto il governo con i suoi tentativi penosi.

foto pexels

Tags: MeloniTaiani
Riccardo Bruno

Riccardo Bruno

Riccardo Bruno si è laureato in Storia della Filosofia presso l'Università di Roma La Sapienza nel 1988. Dal 1987 al 1989 collabora all'Ufficio esteri del PRI diretto dall'onorevole Vittorio Olcese. Dal 1994 è capo ufficio stampa del PRI, dal 1995 giornalista professionista iscritto alla stampa parlamentare. Nel 1999 è capo redattore de La Voce Repubblicana. È stato poi editorialista per il Foglio di Giuliano Ferrara e l'Indipendente di Vittorio Feltri. Dal 2019 è prima vice direttore de La Voce Repubblicana e poi direttore politico

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