Si è arrivato a scrivere di un “miracolo in Varicano” e a dire, che lo sguardo di papa Francesco era posato su Trump e Zelensky, uno di fronte all’altro a San Pietro, quasi che il problema della guerra dipendesse dalle relazioni fra il presidente statunitense e quello ucraino. Solo la scarsa conoscenza delle relazioni internazionali da parte della nostra opinione pubblica ingessata com’è in banali cliché, poteva arrivare a tanto. D’altra parte l’inizio è stato davvero fantastico. Fior di professori, pronti a paragonare Trump a Hitler e Zelensky a Schuschnigg. E si che Schuschnigg fu trattato con tutti gli onori dal Fuhrer e poi l’Austria annessa, ma dai tedeschi, non dai russi. Se mai Trump avesse ceduto l’Ucraina a Putin non avrebbe annesso nessuno. Un piccolo particolare su cui tanti visionari non hanno riflettuto. Quale sarebbe l’interesse di un uomo d’affari come Trump nello svendere l’Ucraina a Putin?
Si è scritto allora di una speculazione micragnosa del presidente Trump per le terre rare ucraine. Pensare che il grande presidente Jefferson acquistò per soli 11 milioni di dollari tutta la Luisiana dell’epoca, mezzo continente americano, da chi pure era in guerra con il re d’Inghilterra che avrebbe fatto dar fuoco dalle sue truppe al Congresso di Washington. Poi la più bella di tutte, perché anche questa è stata scritta, di Trump e Putin che si volevano spartire il mondo, non l’Ucraina. Vero che non aiuta un inviato speciale pronto a paragonare il modello per l’Ucraina a quello usato per Berlino nel ’45. Ma questo comporta solo che Trump abbia intorno a se un nugolo di assoluti incompetenti, non di un accordo con Putin. Gli Stati Uniti sono un’antica democrazia la cui regola aurea venne fissata da Rousseau nella prima metà del settecento. Non è il governo che domina il popolo. È il popolo che rende schiavo il governo. Magari a Trump piacerebbe moltissimo, ma non è un dittatore come Putin. Purtroppo per lui è solo il primo servitore del popolo americano. Trump potrebbe anche volerne diventare il padrone, la natura umana è quella che è, eppure in America i presidenti vengono più facilmente ammazzati. Il buon Kennedy ebbe il torto di crearsi una Camelot. Lincoln, fu abbandonato in un teatro. Oggettivamente Trump non è a quei livelli.
L’America ha fatto per l’Ucraina quello che fece per la Russia di Stalin nel ’42, aprirle una linea di credito ed armarla. Non è lo stesso di quello che viene fatto dagli americani per Israele, perché Israele ha una continuità con la comunità ebraica statunitense, e la stessa America ha voluto che nascesse quello Stato. L’Ucraina è invece uno Stato indipendente che un governo americano avrebbe voluto alleato, il governo Bush nel 2004. Fu George W. Bush a proporre l’ingresso di Kyiv nella Nato, il che significa che da quella data l’Ucraina è entrata nell’orbita americana e quindi ha assunto impegni e sviluppato interessi che certo non si colmano con presunte terre rare. Se queste esistono si devono estrarre e valutare, un lavoro a dir poco ventennale. Invece dal 2004 l’Ucraina ha assunto un interesse strategico per l’America, tanto che si è deciso di difenderla per resistere all’invasione. L’accordo con Putin lo fece Obama, sulla Crimea per quieto vivere e con riluttanza.
Una difesa dell’Ucraina durata tre anni ha portato l’America a compiere un passo ulteriore, quello della cobelligeranza. Non ci sono più solo uomini d’affari e le loro società, diplomatici di medio o alto rango, consiglieri militari, tecnici specializzati americani a sbarcare in Ucraina per piantare radici. Vi sono intelligence e personale scelto sul campo. Per ritirare tutto questo, cosa che si può benissimo fare, ovviamente, al governo americano occorre un tempo proporzionale all’impegno assunto. Obama promise di andarsene dall’Iraq e gli americani sono ancora lì al giorno d’oggi. . L’Afghanistan che aveva obiettivi molto più limitati, è stato lasciato dopo dieci anni dall’annunzio fatto. Il Vietnam è stato sgomberato solo in due anni è vero, ma sulla base di un accordo di pace firmato a Parigi nel 1973, cosa che non avvenne nemmeno in Corea. Nessuno se ne ricorda ovviamente. Si crede che i nordvietnamiti abbiano sconfitto l’esercito statunitense. Questo il livello della conoscenza comune della politica internazionale nel sud est asiatico.
Se Trump e Zelensky si siano profondamenti antipatici e si mettono a litigare, apriti cielo. Ecco tutta la pubblicistica di questi mesi che pure si è sgretolata davanti al colloquio di San Pietro e ancora fatica a capacitarsene. Eppure e semplice. Trump e Zelensky sono alleati. Trump è il principale alleato di Zelensky, Macron sparisci, grazie. Nella storia può anche capitare che gli alleati litighino fra loro rumorosamente. Incredibile, accade persino fra marito e moglie.
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