A guardare la coreografia da tre soldi che Putin ha allestito per il suo discorso alle Camere, viene da credere che la Russia stesse meglio quando stava peggio. Almeno nel politburo del secolo scorso Gorbaciov, Ligaciov, Eltsin se le davano di santa ragione, quasi ci fosse qualcosa per cui litigare. La Russia che omaggia Putin oggi, sembra la Germania del terzo Reich, dove un gangster si è imposto su tutti e tutti li tiene in pugno come il Machie Messer dell’opera di Brecht. L’unico argomento che merita attenzione è la minaccia. Bisogna infatti valutarne il tipo.
Se fosse vero che la presenza delle truppe Nato in Ucraina comporterebbe inevitabilmente un attacco nucleare della Russia all’occidente, come ha ringhiato Putin dal suo palco fosforescente, perché aspettare? Tutti i paesi della Nato sostengono per ora l’Ucraina, con il minimo impegno possibile, convinti come sono che tanto basti a schiantare una potenza derelitta come quella Russa. Tutti da anni come il loro capo rubano su forniture ed armamenti. Vogliono acquistare altre seimila ogive? Metà dei soldi resteranno nelle tasche di Putin e dei suoi oligarchi, non c’è modo di impedirlo. Anche per questo dopo più di due anni dall’invasione, i russi ancora stanno nel Donbass e con mezzi tanto scadenti che perdono dieci aerei da bombardamento alla settimana. Ma visto che a Putin della vita dei suoi soldati non gliene importa niente, ne manderà altri 400 mila a morire per guadagnare qualche miglio di territorio. Per cui è possibile che davanti all’orda russa, la Nato si decida a seguire il consiglio di Macron, di inviare i soldati. Se Putin avesse davvero la possibilità di colpire l’occidente ovunque, non si capisce cosa aspetti a farlo. Colpisca la Francia, l’America, l’Inghilterra, che sono da mesi nel mirino delle dichiarazione dei suoi scagnozzi.
Se c’è qualcuno a cui non conviene iniziare una guerra nucleare è Putin, perché ammesso che davvero colpisca qualcosa per primo, poi della Russia resterebbe una macchia di fango. Grazie alla sua politica geniale oramai la Russia è divenuta un bersaglio persino dalla Svezia e dalla Finlandia. L’unica arma efficace che possiede Putin è quella di sbraitare, sperando che i paesi occidentali restino impietriti davanti alla sua spregiudicatezza. Per questo non era il caso di mettersi a discutere della proposta di Macron. Se si assicura un sostegno totale all’Ucraina, bisogna mettere nel conto anche l’invio delle truppe, soprattutto se a Zelensky non si vogliono dare le armi di cui ha bisogno.
Il primo ministro estone Kaja Kallas che ha una qualche sensibilità sviluppata, viene da una famiglia che i russi deportarono in Siberia negli anni trenta del secolo scorso, ha subito detto che non bisogna escludere di schierare soldati occidentali e nessuna opzione, proprio per inviare un segnale alla Russia che nessuno si spaventa davanti ad un criminale come Putin. Si inizi piuttosto a spaventare lui perché la pazienza delle democrazie è infinita, ma mai fino al punto di diventare remissiva.
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