Questa direzione ha seguito con un certo interesse l’evoluzione dello scenario bellico in Ucraina per semplice inclinazione didattica. Quando si è vista dispiegare la magnifica manovra a tenaglia della Russia del febbraio del 2022, con truppe che arrivavano sa sud, da est e da nord su una quantità di obiettivi e le riviste militari specializzate spiegare che fosse irresistibile, ci è parso di rivedere la battaglia di Bonaparte a Castiglione, un esempio unico nella storia, senza nessuna possibilità di replica. Lo stesso Bonaparte ha confessato di esserne stupito. Oltre tutto, un conto è accerchiare il monte Medolano, un altro un po’ diverso un territorio aperto come è l’Ucraina. Poi ci siamo accorti che nei mesi in cui i russi ammucchiavano truppe al confine, gli ucraini non erano rimasti proprio a giocare con le sagome in cartone dei fucili. Avevano fortificato diverse posizioni, ad esempio Odessa, ma la stessa Mariupol che pure è la metà di Genova senza essere rinomata come Genova era diventata una fortezza naturale. Per cui non si capiva come pensassero i comandi russi forti di soli 250 mila uomini di riuscire a prendere l’Ucraina, quando Breznev ne mosse 500 mila per la Cecoslovacchia, nemmeno un quinto dell’Ucraina.
Infine abbiamo potuto valutare la strategia bellica russa che sembrava applicata dalla Playstation più che da un manuale militare. L’offensiva dei carri armati funziona se arrivano di corsa da una posizione coperta, vedi la Blitz Krieg in Francia con Rommel che attraversa la Sambre, ma anche nelle Ardenne, sfruttando la scarsa visibilità del maltempo. Altrimenti se tu ti muovi con i carri su una strada scoperta, non hai nessuna speranza di successo e la capacità dei russi di perdere mezzi pesanti nei primi mesi di guerra ha riordinato ogni possibile statistica a riguardo.
Dal tempo della guerra in Afghanistan, per lo meno, i sovietici si erano accorti come vi siano semplici razzi trasportabili a braccio in grado di eliminare gli elicotteri, da cui anche la scarsa possibilità di copertura aerea alla base dell’insuccesso dell’invasione. Il che non significa che una inferiorità aerea manifesta possa agevolare una contro offensiva. Sul piano militare sarebbe tanto facile predire un insuccesso dell’avanzata ucraina appena intrapresa, così come il fallimento dell’invasione russa dell’anno scorso. Abbiamo visto tutta questa attenzione ai mezzi militari, quando in effetti gli unici che si sono rivelati davvero utili sono missili di precisione a lunga gittata e i droni armati. I carri non fanno la differenza e tantomeno gli elicotteri. Si trovano armi perforanti facilmente trasportabili da un solo soldato. Poi ci sono i comandanti che contano molto in una battaglia. Visto Kadirov e Prigozin abbiamo capito che l’esercito russo avrebbe avuto motivo di rimpiangere il vecchio Kutuzov. Poi è vero che gli ucraini non hanno nessuna tradizione militare pregressa se non da banda cosacca, ovvero non propriamente una forza di manovra su cui contare per una guerra di attrito. Ma i russi hanno una tradizione di ufficiali alcolizzati da Pietro il Grande che appare incredibile riuscissero a scendere sul campo di battaglia e il povero Alessandro, che combatteva Bonaparte, destituiva più generali che cambiar camice e lo stesso ha fatto Putin. D’altra parte l’Ucraina ha avuto due militari di successo ancora nel secolo scorso, Trotskj e Crusciov, entrambi però comandavano truppe russe.
Tutti argomenti fascinosissimi soprattutto per chi studiato Cesare si ritrova davanti Gerasimov e se questo fosse uno stratega, poveri russi. In questo modo abbiamo forse fatto perdere il punto di vista originale con cui va invece affrontata la situazione ucraina, per cui, pur non avendo ancora una precisa idea della situazione del campo di battaglia, abbiamo ritenuto plausibile, come tutti, che tempo dieci giorni, un mese, i russi, una potenza mondiale, arrivassero a Kyiv, magari persino a Leopoli. Ciononostante non abbiamo mai pensato che potessero vincere la guerra, per la semplice ragione che Stalin per controllare l’Ucraina dovette assassinare probabilmente 10 milioni di persone dal 1922 al 1935. Putin ne avrebbe dovuto sterminare almeno il doppio ed in un minor tempo. Nessuno allora credeva che Stalin stesse facendo qualcosa del genere ancora meno di quanto si credesse che Hitler infornasse gli ebrei. Oggi sarebbe impossibile nascondere uno sterminio ucraino di quelle proporzioni perché sarebbe come nascondere le fosse di Bucha alla millesima potenza. Qualcuno ritiene possibile un simile scenario? Giusto il professor Orsini può credere che la Russia governi l’Ucraina come Stalin cento anni fa esatti e persino peggio? È tutta qui la questione, il senso etico della storia e del progresso. È caduto l’impero Austro ungarico, che rispetto all’impero russo di Putin era una faro di civiltà. La Russia di oggi è retta su un sistema oligarchico che si può forse ancora concepire negli Emirati arabi dove la cultura è quella del corano, fondata sulla sola fede religiosa. Ma in cosa credono i russi di oggi per supportare una simile concentrazione di risorse economiche a danno della collettività? Questa è la domanda a cui bisogna rispondere per capire chi vincerà la guerra.