Il 99 per cento dei missili e droni lanciati dall’Iran contro Israele sono stati intercettati o distrutti dalla difesa congiunta israeliana, statunitense e francese. I danni accertati sono contingentati ad un aeroporto militare e vittime accertate una bambina. Sono più di dieci anni che l’Iran vaneggia un attacco forsennato per distruggere con una pioggia di fuoco lo Stato ebraico, aveva persino diffuso una simulazione video e questi sono gli effetti della sua potenza. I mullah dovrebbero iniziare a tremare perché l’unica autentica difesa di cui dispongono sono le decine di milioni di civili iraniani che detestano il loro stesso regime e che non meritano di morire per averlo subito tutti questi decenni. A differenza dell’Iran, Israele è in grado di colpire bersagli mirati e di sicuro continuerà a farlo. Il problema è come le democrazie occidentali valuteranno una situazione di questo genere. Un conto è attaccare l’Ucraina da parte della Russia, l’Ucraina è comunque uno Stato che vorrebbe entrare nell’occidente, ma che di fatto è una regione bagnata dal fiume Don. Questo ha comportato la blanda difesa che il mondo occidentale ha dato agli ucraini, comunque sufficiente a contenere finora la sgangherata potenza russa. Come ha spiegato il generale Cristopher Cavoli, comandante delle forze Nato statunitensi al congresso di Washington, senza un ulteriore aiuto l’Ucraina è destinata a cadere. Il punto è che in queste condizioni la caduta dell’Ucraina non è più una preoccupazione politica militare per gli Stati Uniti che hanno guadagnato anche Svezia e Finlandia all’alleanza atlantica. Sono i russi e non gli americani, a doversi preoccupare per una loro vittoria in Ucraina.
A contrario dell’Ucraina Israele è un simbolo del mondo occidentale. Appena ritagliato un insignificante lembo di terra per fare vivere in sicurezza i sopravvissuti dell’Olocausto, tutte le nazioni arabe si sono coalizzate per travolgerlo. Questo tentativo è andato avanti per trent’anni fino a quando le nazioni arabe umiliate ogni volta si sono inventate la gloriosa causa palestinese e usato come avamposto del loro odio, la zona di Gaza. Solo degli accecati possono considerare Gaza un territorio occupato dal momento che Gaza è divenuto il principale riferimento della guerra ad Israele come si è visto il 7 ottobre scorso. Quanto alla Trans Giordania è la Giordania che non ha voluto inglobare quell’area, perché i giordani non si considerano palestinesi, sono hashmiti e quando i palestinesi sono stati rifugiati in Giordania hanno cercato di rovesciare il legittimo governo di quel paese. Poi non si capisce perché la fenicia Gaza dovrebbe essere palestinese, ed Amman che della Palestina ha sempre fatto parte, no. Affari che riguardano il mondo arabo a cui Israele sta rispondendo liberando la Striscia di Gaza ed anche qui in una maniera molto selettiva, dal momento che l’intera popolazione di Gaza è ostaggio di Hamas.
L’Iran ovviamente non è il protettore della causa palestinese, è solo l’avversario del regno saudita che stava saldando la sua alleanza con America e Israele, cosa che hanno fatto del resto altri Stati dell’area per garantirsi migliori condizioni di sviluppo civile ed economico. L’Iran non può fare una guerra diretta ai sauditi, usa gli Huti per questo, dal momento che milioni di musulmani si recano in pellegrinaggio alla Mecca, i mullah sono costretti a combattere Israele e questo provoca, non se ne devono ancora essere resi conto a Teheran, l’intervento diretto di tutti gli alleati di Israele.
Chi ha studiato l’arte della guerra, sa che la difesa è una parte fondamentale della strategia militare, ma che non è necessariamente sufficiente alla vittoria. Per vincere una guerra serve l’offensiva e l’offensiva non è mai tale se è solo navale o aerea. L’offensiva prevede l’impiego di forze di terra. L’unica offensiva occidentale in atto in questo momento è quella in corso a Gaza e tutti possono misurarne gli effetti. Nelle prossime ore avremo una migliore idea del limite e della pazienza che l’Occidente intende ancora esercitare verso avversari tanto incauti come iraniani e russi. La valutazione è sempre più delicata, perché la Cina in questo momento anche è molto curiosa di comprendere il livello di sopportazione e tenuta dell’Occidente e se iraniani e russi, insieme o isolatamente, rappresentano sì, come ha detto Cavoli al Congresso statunitense, una “minaccia cronica”, restano comunque una minaccia oltremodo contenibile. Se la Cina invece diventasse una possibile minaccia per il mondo occidentale, questo sarebbe tutto un altro paio di maniche.