Lo Stato, per lo meno quello della nostra costituzione repubblicana, esercita generalmente i suoi obblighi morali attraverso l’istituto di un governo. Quando entra in crisi il governo, l’esercizio dell’obbligo morale ricade principalmente sui partiti. Questi dovrebbero preoccuparsi di indicare una soluzione dei problemi del paese al prossimo governo, e attraverso un percorso elettorale ordinato. Non si era mai vista nella storia repubblicana la caduta di un governo, lo scioglimento delle Camere, e poi la pretesa da parte dei partiti che hanno appena sfiduciato il governo che sia proprio quel governo sfiduciato a risolvere i problemi. Il governo per quanto possa essere stupefatto, convoca i ministri, studia i dossier, elabora una proposta e cosa fanno i partiti a questo punto? Subito gli si mettono di traverso. Abbiamo persino il Piripicchio di turno che pone la questione morale. Ma a questo punto sarebbe morale che il governo scendesse in piazza contro tali partiti!
Come si possa essere arrivati a questo punto non è nemmeno il caso di ricordarlo, abbiamo introdotto nella vita politica del paese forze che sarebbero degne di certe esperienze tardo-cilene o neo-venezuelane. Tutti i miasmi che le accompagnano ci tocca respirarli. Possiamo però almeno discutere un provvedimento, il reddito di cittadinanza. Nella sua proposta originale il reddito di cittadinanza era legato alla prospettiva di trovare un lavoro, il governo aveva persino assunto delle figure terze per cercare il lavoro a chi percepiva il reddito e li chiamò “navigator”. Avrebbe anche potuti chiamarli SA, Sturm Abteilung, perché tanto erano impegnate che il ministro Boccia voleva usarle per sorvegliare la movida nelle piazze. Ma visto che comunque si chiamino queste figure, il lavoro non lo trovano per i percettori del reddito, è necessaria o non è necessaria per lo meno una riforma di questa misura?
Se mai si tocca, si vuole la guerra civile. Fortuna che l’avvocato Conte non saprebbe nemmeno accendere un petardo. Anche solo per organizzare una sommossa dovrebbe chiamare Arcuri, il quale però è abile nel gestire i denari non le folle. Per cui figurarsi se rischiamo la guerra civile, queste sono le boutade, che come direbbe una persona rispettabile quale è il gauchista Melanchon, rispecchiano una forza politica sussidiaria del capitalismo, quale il movimento 5 stelle. Però a questo punto scusate bisogna avere un po’ d’attenzione, perché a forza di gettare il sasso contro la vetrina, ad un certo momento quella si rompe. E visto che siamo a quasi cento anni dalla marcia su Roma, non vorremmo avere brutte sorprese. È un pericolo la Meloni, la quale poveretta ha svolto un ruolo coerente e riconosciuto di opposizione per tutta la legislatura arrivando a sostenere persino i provvedimenti più delicati del governo davanti alla aggressione russa, o chi ha giocato tutte le parti in commedia sino all’esplicita minaccia della pacificazione nazionale? Costui la guerra non la vuole fare ai russi che invadono l’Ucraina ma vorrebbe qualcuno che la facesse pro domo sua e ritrovarsi a Palazzo Chigi.
fotomontaggio postato dall’onorevole Fraccaro su whatsapp e poi rimosso rapidamente