Polemizzare con la cricca di Putin è cosa più inutile che polemizzare con la cricca che circondava Hitler. Escluso Goebbels, che aveva capacità intellettuali considerevoli, da Himmler a Bormann si trattava di maniaci trogloditi. Medvedev crede forse di essere Goebbels, tanto da citare il mito del rapimento di Europa da parte di Zeus. Purtroppo sembra che Medvedev ricordi solo la parte del toro. Europa, figlia di Oceano, rapita da Zeus in sembianze da toro, generò Minosse il fondatore della civiltà cretese in un tempo in cui le popolazioni che abitavano la Russia si nutrivano di radici. Se dovessimo appellarci alla mitologia, Medvedev ha profetizzato per l’Europa, una ninfa insignificante, un futuro di rigenerazione profonda, cosa per cui lo dovremmo ringraziare. Purtroppo al contrario di Goebbels, Medvedev non sa di che parla e non possiede nemmeno nozioni di mitologia elementare. Egli voleva dire invece che l’Europa verrà distrutta, ma badate non dalle armi russe, perché anche uno come lui si rende conto della situazione bellica. L’Europa secondo Medvdev sarà distrutta dalla migrazione che la sta investendo. I nobili paesi che l’hanno ricostruita nel secondo dopoguerra, dovrebbero preoccuparsi di questa minaccia e non degli affari dell’Ucraina che interessano soltanto quei miserabili dei polacchi e dei lituani.
Anche ammesso che la migrazione dei popoli africani ed asiatici verso il nostro continente sia tale da poter alterare le caratteristiche etniche della popolazione residente, questo non sarà un fenomeno limitato nel tempo quanto la guerra con l’Ucraina che proprio secondo i russi doveva durare qualche settimana. Ora sembrerebbe invece che Medved presupponga di dover combattere con gli ucraini tutto il resto del secolo. Poiché è difficile credere che una guerra duri tanto a lungo, quando i russi sembrano alla bocca del gas. Mandati a morire i carcerati, chi manderanno a combattere in Ucraina, i figli di Medvedev? Per cui gli europei possono benissimo sostenere gli ucraini e poi occuparsi degli affari relativi all’immigrazione. Può darsi quindi che Medvedev intendesse dire una cosa diversa, ovvero relativa alla discriminazione razziale. E cioè, che quando i russi saranno ancora un popolo dominante, gli europei verranno imbastarditi con gli schiavi. Medvedev non ha l’intelligenza di Goebbels, ma ne possiede la stessa indole. Evidentemente non ha compreso che se si voleva un futuro ariano dell’Europa, non avremmo defenestrato Hitler e Mussolini come pure abbiamo fatto.
Soprattutto rispetto a Medvedev non è che preoccupa molto il futuro razziale perché nelle democrazie, genericamente, la razza umana è stimata una sola. Se diventa più chiara o più scura, o rossastra, non è un particolare problema. L’unica preoccupazione delle democrazie è che questa razza umana sia libera e sappia prosperare. Del resto il modello americano, che Medvedev tanto odia, dimostra come si possano integrare con una certa efficacia etnie molto diverse fra loro e quali problemi si siano avuti, possano comunque mostrarsi capaci di successo. Sotto un profilo strettamente teorico, è vero che in Europa abbiamo avuto Gobineau, preoccupato di quale razza si dovesse affermare sul nostro continente, ma più di Gobineau ha pesato Nietzsche il quale consigliava di mischiare tutto il sangue possibile, per evitare che quello originario si inaridisse e decadesse. L’immigrazione è una risorsa per cambiare i geni e rinforzarli, Alexandre Dumas ne era un esempio e dei più promettenti. Ad ascoltare le dichiarazioni di Medvedev, invece verrebbe da credere, che lui sia stato partorito da dei suoi cugini.
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