Passate nemmeno 48 ore dalle comunicazioni del presidenze del Consiglio alle Camere nelle quali la maggioranza era stata descritta come solida e compatta, si è scatenato il putiferio sulla manovra. Una volta c’erano le risse fra comari, i diversi ministeri economici che si insolentivano allegramente, Formica e Andreatta, adesso che è stato unificato il ministero dell’Economia è direttamente presidente del Consiglio a smentire le misure del suo governo. Gli annunciati pignoramenti dei conti correnti non sono ammissibile per Fratelli d’Italia. Ma a Giorgetti o a chi per lui glielo avevano detto? Anche se oramai è evidente che l’usanza di questo governo di non scrivere mai un testo vero e proprio ma solo una bozza da correggere, per lo meno le linee di intervento e dei provvedimenti fondamentali dovrebbero essere chiari dal momento in cui vengono presentati ai cittadini ed ai mercati. Anche sul Pos la stessa cosa. Invece la volta che era stato assicurato che il governo non aveva nessuna intenzione di tassare gli extraprofitti delle banche, cosa è avvenuto? Che gli extraprofitti sono stati tassati. Che razza di impressione può dare di se stesso il governo? In queste ore ognuno può guardare con i suoi occhi, la Lega contesta l’intervento sulle pensioni che le ricorda a ragione, l’epopea Fornero, Forza Italia ricorda di essere sempre stata il partito favorevole all’abbassamento delle tasse, quando la manovra annunciata è sostanzialmente il contrario. Poi con il presidente del consiglio che dice no al pignoramento c’è il sottosegretario Leo ad aver contraddetto il provvedimento sul rimpatrio dei cervelli, chiedendo per lo meno di salvare il rientro delle aziende e infine Salvini che davanti ad una manovra che fatica a racimolare 30 miliardi, starnazza che 11 devono essere per il ponte sullo Stretto e ancora non si sa cosa avranno da dire i moderati dell’onorevole Lupi. In effetti non c’è alcun bisogno che Landini scenda in piazza contro una manovra economica, che manco ancora si conosce, già ci pensa il governo a demolirla.
Il presidente del consiglio aveva dato una grande impressone di fierezza nazionale quando aveva detto in aula che mai si sarebbe ridotto, come pure era avvenuto ad un suo predecessore, ad inseguire il cancelliere tedesco al bar, per spiegarle che quello che dicevano i suoi ministri erano tutte sciocchezze a cui non bisognava dare retta, che l’Italia al dunque, avrebbe fatto come chiedeva la Germania. Quale testimonianza di dignità. Purtroppo nel caso dei pignoramenti annunciati e poi smentiti, ci sarebbe quasi da credere che sia meglio inseguire qualcuno in Europa che le spieghi cosa fare. Si tratta delle finanziaria del paese, non dei fuori onda di Striscia la notizia. La domanda che viene spontanea, è se la maggioranza l’ascolta il presidente del consiglio quando parla. Altrimenti verrebbe da credere che sia proprio il presidente del consiglio, e non sarebbe la prima volta, a non aver chiara la direzione di marcia ad essere costretta ad improvvisare. In ogni caso l’immagine della politica economica del governo ne esce interamente polverizzata e questo, prima ancora che si sia iniziato il percorso vero e proprio della manovra e quando ancora si sta aspettando una qualche decisione del governo sul Mes. Perché ci si dimentica che ancora manca l’approvazione del Mes come strumento disponibile, non necessariamente adottabile dal governo.
Meno male che questo è il governo che dovrebbe intraprendere il premierato. Al momento sembra un gigantesco club dove si dice di tutto ed il contrario di tutto, in attesa che qualcuno faccia una qualunque cosa.
foto della galleria della presidenza del Consiglio
in questi tempi Salvini vuole costruire il ponte di Messina .Ricordiamoci che il suo partito voleva dividere l’Italia .