Il ddl sicurezza presentato dal governo Meloni solleva diverse perplessità. Così, l’inasprimento delle pene (che comunque fino a 4 anni non faranno scattare il carcere) con l’introduzione di nuovi reati senza avere le strutture carcerarie dove poterli scontare, restano solo delle misure di facciata senza la capacità di incidere efficacemente sui problemi della sicurezza. Va sottolineato come l’introduzione del reato di aggressione al personale sanitario sia una risposta necessaria a un fenomeno inquietante che sta prendendo piede nel paese. Tuttavia i cittadini hanno bisogno di misure concrete, non di restringimenti di spazi democratici che possano compromettere i diritti civili e la libertà di espressione. Infatti, la criminalizzazione di comportamenti che prima erano tollerati rischia di creare un clima di paura e repressione, ancor piú se l’accento è posto unicamente su un approccio solo punitivo sulla sicurezza, ignorando le cause profonde di un’illegalità spesso figlia di povertà e ineguaglianza sociale.
Per questo nel ddl come in tutta l’azione del governo sul tema sicurezza, manca una visione a lungo termine che preveda investimenti anche in educazione e integrazione ma, soprattutto, che garantisca risorse per aumenti di organici e di dotazioni. Tutto, quindi, appare più come un tentativo più di facciata che di sostanza, volto ad ottenere consenso politico piuttosto che dare una reale risposta ai problemi di sicurezza. La deriva securitaria tipica di questo governo, che si manifesta attraverso l’inasprimento delle pene e nella dimostrazione di “muscoli” da parte delle autorità, rischia di non portare ai risultati sperati. E anche nell’ossessione di questa maggioranza nei confronto degli immigrati, come non vedere la debolezza delle misure che, senza risorse, non consentono una reale espulsione di illegali che con un foglietto di allontanamento come unica misura nelle disponibilità delle forze di polizia, possono continuare ad aggirarsi tranquillamente per i nostri quartieri.
La risposta più efficace resta sempre l’aumento degli organici che potenzi le forze di polizia, assicurando loro le condizioni necessarie per affrontare le sfide contemporanee, investendo nella formazione e nell’aggiornamento delle forze dell’ordine non solo per migliorare la loro capacità di intervenire in situazioni di emergenza, ma anche per promuovere un approccio proattivo e comunitario alla sicurezza. Aumentare la presenza delle forze di polizia sul territorio favorisce la costruzione di rapporti di fiducia con i cittadini, essenziali per prevenire la criminalità. Le risposte possono passare anche dall’introduzione di nuovi reati ma senza la certezza della pena e in mancanza di strutture dove scontarla resta tutto condivisibile solo come principio. Un bel principio da sbandierare nelle trasmissioni e sui social, ma nulla di più.
galleria presidenza del Consiglio dei ministri