La giovanissima Eva Gellmann lascia l’Ungheria per Israele e lo fece giusto in tempo, considerando quello che avvenne a ridosso dei primi anni ’40 del secolo scorso in quel paese. Eva studierà poi a Londra per arrivare all’università di medicina a Milano nei primi anni sessanta, dove si innamora dello studente Mauro Gioventù, un amore a prima vista che durerà sino alla scomparsa di lui avvenuta nel 2005. In tutti questi anni Eva ebbe una sola rivale, l’Edera che il marito mazziniano purissimo aveva conosciuto e amato prima di lei. Per cui sposato Gioventù, Eva si ritrovò avvinta anche all’Edera inevitabilmente. La piccola Silvia, nata dalla coppia nel 1977, appena in grado di camminare correva da una riunione di partito all’altra. Ed il partito repubblicano fra il 1982 ed il 1990 era piuttosto grande, per lo meno a Milano e non c’era tregua.
“A casa a volte non si riusciva a dormire la notte, che stavano sempre a discutere di politica, di progetti, di idee, mia madre, mio padre ed i dirigenti repubblicani. La domenica venivo portata da un comizio all’altro. Prendevo appunti quando Spadolini interveniva nelle assemblee.
Un tirocinio iniziato parecchio presto
“Infatti sono iscritta e candidata. Se volete saperlo non riesco nemmeno a immaginare una soluzione diversa, il partito repubblicano per me è innanzitutto una questione di famiglia.
Ma questo è un partito repubblicano che sostiene Fontana presidente della Regione Lombardia
“Bene direi un’ottima scelta. Io sono un medico odontoiatra, impegnata nel sociale, perché sostengo un giorno a settimana i disabili e trovo che la Regione Lombardia sotto Fontana abbia migliorato la sua eccellenza.
Quindi sotto il profilo sanitario le cose sono già messe bene?
“Questo non significa che non si possa migliorare. Sono candidata in una lista che si chiama “Lombardia ideale” e abbiamo esteso un programma per potenziare proprio le strutture per i disabili. Chi non se ne occupa non riesce a rendersi conto realisticamente della situazione. Milano è un hub molto importante sotto il profilo ambulatoriale, raccoglie i disabili cittadini, quelli della provincia e ovviamente anche del resto d’Italia. Serve un supplemento di specializzazione ed anche un piano di recupero sociale.
Ci sono delle disabilità che possono consentirlo?
“Certo molti ragazzi riescono a sviluppare una capacità socializzatrice e persino lavorativa. A Milano è nata una prima pizzeria gestita solo da disabili e ne vogliamo costruire un’altra in Regione, e si tratta di esperienze originali che potranno essere sviluppate e aggiornate.
Cos’altro pensate di fare per i fragili, non certo una quota insignificante della popolazione?
“Una Lombardia ideale deve offrire una opportunità attraverso dei percorsi inclusivi assistenziali anche per i famigliari, e servono soluzioni specifiche per la diversità dei casi che si presentano, come una semplificazione normativa per ridurre i tempi di attesa per gli interventi. Soprattutto serve la convinzione che con l’impegno si possono recuperare tanti gradi di disabilità delle persone.
Con un po’ di impegno potremo anche rimettere in piedi un partito repubblicano a Milano degno di questo nome.
“È quello per cui non abbiamo mai smesso di lavorare e lo sa bene Franco De Angelis che non si è mai tirato indietro in tutti questi anni difficilissimi. Non saprei dire se siamo ad una svolta, durante questa campagna elettorale, abbiamo incontrato tanti amici che non vedevamo da tempo e può darsi che si sia mosso qualcosa. L’impressione è che non siamo più soli.
In effetti abbiamo visto tante donne e giovani, cosa piuttosto inedita negli ultimi tempi.
“Questo è anche merito di Valerio Massimo Antonelli, soprattutto per i ragazzi. Io sono rimasta stupita quando l’ho conosciuto, perchè mi è parso un giovane di un’altra epoca nell’era sbagliata, tale l’impostazione culturale che lo caratterizza ed anche la passione politica degna di un altro tempo”.
In fondo questo è anche un po’ il mistero ed il fascino del partito repubblicano. Lo davano per morto da prima di Gobetti e vedete incredibilmente, siamo ancora qui.