Proprio nei giorni in cui il governo italiano chiede alla Commissione europea una delega di peso, mette alla porta il capo della protezione civile nominato da una diversa maggioranza. Per carità, l’Italia è un paese importante, uno stato fondatore, questo conta. L’onorevole Meloni può pretendere un altro presidente della Commissione, Orban magari. Ursula von der Layen, no, deve sopportare comunque l’onorevole Meloni. La discontinuità intesa a senso unico. Qualunque cosa si faccia, la Commissione deve gratificare l’Italia, e che diamine. L’onorevole Fitto è ancora convinto di diventare Commissario al Bilancio. Con una spesa pubblica aumentata solo di due miliardi, come ha vantato, impossibile non accontentarlo. Incredibile che ancora non sia stato nominato, staranno a guardare il rapporto debito-Pil, che sciocchezza. Nel caso, andrebbe bene anche la Concorrenza, dove, si sa, abbiamo mostrato il pugno di ferro verso le concessioni balneari. Sembra Cromwell, Fitto, tanto è implacabile e determinato.
Mica qualcuno vorrebbe forse rimproverare al governo.la sua intima coerenza? L’Italia che ha fatto degli eredi del Msi il primo partito nazionale avrà pure diritto a non voler collaborare con i partiti socialisti europei e che diamine. Solo quei burocrati di Bruxelles possono chiedersi perché mai si è ostili ad una Commissione che comprende i socialisti alla guida di piccoli Stati come la Germania e la Spagna e si va mano nella mano con i socialisti albanesi. Smidollati occidentali, i compagni albanesi sono pronti a costruire dei lager a misura per gli immigrati, come non apprezzarli? Poi il governo italiano dispone di una compattezza di fondo tale da poter essere derubricato come un caso politico. Tre partiti, tre posizioni distinte. Una è a favore della Commissione Ue, e le altre due no. Non bastasse le altre due che non votano per la Commissione, sono in disaccordo sull’invio delle armi all’Ucraina. Su una sola cosa convergono Crosetto, Tajani e Salvini. Che comunque le armi date non possano essere usate fuori dai confini ucraini. E visto che i russi oramai ti sparano da cento chilometri, perché mai dargliele queste armi? Risparmiassero i soldi pubblici. La Nato assiste incredula a questo pietoso spettacolo e anche lei dovrebbe affidare un qualche mandato all’Italia. Guardate che alla Nato si aspettano da un momento all’altro che l’Italia si schieri contro piuttosto, appena al governo prenderanno coscienza di non c’entrare niente con la Ue e niente con la Nato.
Fortuna che abbiamo un’opposizione che finalmente ha compreso l’importanza di cacciare questo governo, di mettere da parte rivalità e differenze e darsi un obiettivo vincente. Primo passo le firme per il referendum sull’autonomia differenziata. Bisognerebbe commissionare un sondaggio su quanti italiani sappiano esattamente che cosa sia, visto che occorrerà il 50 per cento più uno dei partecipanti al voto perché il referendum, ammesso lo si vinca, sia valido e questo in un paese dove non si reca alle urne nemmeno il 50 per cento dell’elettorato. Bisogna pur iniziare la marcia per le politiche che magari saranno prima di quanto ci si immagini. Il tamburo lo batte Landini con ritmo unificante, il salario minimo, decisivo programma elettorale. In un paese con otto milioni di disoccupati che pur di lavorare accetterebbero il nero e 150 miliardi di evasione, pazienza. Sempre meglio della questione internazionale con la Schlein favorevole al sostegno all’Ucraina e candida in lista anche chi è contrario, Conte contrario, Renzi favorevole, Fratoianni favorevole a mettere i missili a Cuba. In confronto la maggioranza Meloni, Salvini, Tajani resta quasi preferibile, se non altro perché intanto le elezioni le ha vinte. Comunque siamo sempre lì. Zuppa, o pan bagnato. Poveri cittadini italiani. Meriterebbero un’alta politica. Potrebbero accontentarsi anche di un buon psichiatra.
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Potresti andare a Zelig,ironia e pragmatismo ma carente dell’ indicazione per ovviare a questo sfacelo,forse deportare tutti gli Italiani ed importare gli Scandinavi,un po’ di ironia fammela fare