La suprema arte diplomatica del governo italiano si è dimostrata nelle polemiche dei ministri Salvini e Roccella con la manifestazione d’apertura dei giochi olimpici. Non soddisfatti di un’impresa senza precedenti al mondo, è sceso direttamente in campo lo stesso presidente del consiglio contestando una manifestazione specifica dei giochi. Come se un paese che si porta a casa 40 medaglie chiedesse di toglierne una ad un altro che ne ha vinte in tutto tre. A questo punto il ministro dello sport, probabilmente tirato per i capelli, ha richiamato il Cio ad una maggiore scrupolosità negli accertamenti sessuali degli atleti. Poi visto che c’era, Abodi ha unito l’utile al dilettevole, dando il benservito al presidente del Coni. Tutto questo non è avvenuto a mezza bocca, in sordina, come potrebbe pure capitare ad uno spettatore incauto che appassionandosi dimentica il ruolo istituzionale ricoperto, ma con la gran cassa della stampa e delle televisioni, con opinionisti e tifosi scatenati in una bagarre senza esclusione di colpi e per almeno tre settimane. Ancora c’è il generale Vannacci che non molla l’osso, per non parlare del ministro Roccella divenuta difenditrice del genere femminile.
Bisogna riconoscere che il ministro della Difesa Crosetto non è sceso a un simile livello. Egli si occupa con scrupolo di questioni di sua competenza e seriamente. A fronte del blitz ucraino in territorio russo è quindi intervenuto per spiegare che invadere un altro paese è sempre sbagliato. Di rincalzo il ministro degli Esteri Tajani si è precipitato a specificare che in ogni caso le armi date dall’Italia all’Ucraina sono solo difensive e questo dopo che la Commissione Europea aveva esplicitamente sostenuto l’offensiva ucraina. Ci si può stupire se l’Inghilterra, che potrebbe aver aiutato gli Ucraini nella loro azione a Kursk e due dei principali paesi dell’Unione, come Francia e Germania che sanno che le armi sono armi, abbiano concertato di comune accordo un intervento per chiedere all’Iran di evitare la rappresaglia su Israele? L’Italia magari sarà consultata per allestire l’organizzazione dei prossimi giochi olimpici, fra quattro anni, non certo su questioni di ordine internazionale con rilevanza militare, dal momento che nemmeno ha chiara quale linea ha deciso di adottare in Ucraina.
Tanto è vero che persino il direttore de il Fatto quotidiano, Antonio Padellaro è sbottato, perdendo il suo caustico aplomb. In diretta televisiva ha detto che gli italiani hanno il dovere di sapere quale sia la linea del governo dal momento che si professa alleato di Zelensky e pure non ne condivide le scelte strategiche. Padellaro teme di scoprire che il governo al fondo la pensi come il suo amico Conte, che per lo meno ha il pregio della coerenza, chiedendo la resa dell’Ucraina dal primo momento. Perché questo il governo lo sa, ovvero che Putin non vuole nessuna trattativa possibile. Se Putin non accetta un’Ucraina indipendente, quale iniziativa diplomatica proponiamo? Per cui, se si vuole fare la pace con Putin gli si da l’Ucraina, è semplice. Quello che invece il direttore Padellaro non capisce, è che l’Italia può benissimo portare in maggioranza Conte e smettere di rifornire gli ucraini, anzi, diano armi ai russi che ne hanno bisogno. Tanto Inghilterra, Francia e Germania di cosa fa una simile Italia, a questo punto, se ne infischiano e pure giustamente.
galleria della presidenza del Consiglio dei ministri