Fra le prerogative del governo vi è quella di impugnare o ricusare le ordinanze di una procura, il ministro Nordio è più che competente, nessuno può aver dubbi sulla legittimità di un’azione in questo senso. L’unico problema è se al governo conviene intraprendere una simile strada, ovvero di rivolgersi alla magistratura per contraddire un magistrato. Mai accadesse che la magistratura fosse d’accordo con il provvedimento del suo collega, apriti cielo! Sarebbe un autentico disastro per il governo costretto a capitolare su tutto il fronte migratorio. Nel secolo scorso c’era chi accusava il giudice Carnevale di essere un ammazzasentenze lasciando il sospetto nell’opinione pubblica di un qualche collegamento di questo alto giudice alla mafia. Oggi il governo vorrebbe invece denunciare il giudice Apostolico come mosso da palese passione politica. Tutto questo rientra nella propaganda, perché poi, proprio come insegna la vicenda Carnevale, bisogna saper confutare gli argomenti tecnici giuridici, quelli di Carnevale erano inappuntabili e quelli del giudici Apostolico non hanno convinto buona parte del Csm a votare il provvedimento di tutela nei suoi confronti.
Come si comprende facilmente una simile materia è altamente controversa, e poiché il diritto non è un dogma e la legge come la costituzione interpretabile, forse il governo farebbe bene a non forzare la mano e a pensare di riscrivere la legge. Questo pretenderebbe il buon senso con tanti saluti al decisionismo, completamente a sproposito, mostrato finora. Lo stesso ministro Nordio dovrebbe rendersi conto di alcune criticità che potrebbero sovrapporsi dal momento che lo stesso decreto sicurezza presentato con il ministro Piantedosi in occasione dell’intervento su Caivano, introduce una categoria generazionale di difficile definizione giuridica. I ministri interessati hanno infatti parlato di “ultra quattordicenni”. Ammettiamo che con questo termine essi intendessero i quindicenni di età e non i quattordicenni. Sbarcano immigrati clandestini ogni giorno sotto i 14 anni con le madri o da soli. Come pensa il governo di comportarsi in questi frangenti? Metterà in detenzione le madri e lascerà liberi i bambini sotto i 14 anni? Arresterà anche i 14enni o solo quelli sotto quella età? Magari il governo pensa di trattenere tutti nei nuovi lager per migranti disagiati per la durata di 18 mesi? Davvero il ministro Nordio, il ministro Piantedosi, il presidente del Consiglio, il ministro Salvini che tra l’altro è ancora sotto processo, pensano che nessun altro magistrato si opporrà a una simile situazione lesiva di qualunque principio civile del nostro ordinamento repubblicano? Quale che sarà il pronunciamento del tribunale, il governo si prepari piuttosto ad uno scontro istituzionale permanente. Per mettere in piedi un simile impianto legislativo che prevede detenzione, carcerazione, minori e quant’altro il governo avrebbe fatto meglio a richiamarsi alle leggi speciali, istituire un tribunale d’emergenza, e visto che c’era, formare una guardia nazionale o almeno ricorrere ai parà del generale Vannacci, sempre che i militari gay prima non gli sparino.
Alle polemiche con la Germania, gli sbeffeggiamenti della Tunisia, il caritatevole soccorso promesso della Francia, questo fa più male di tutti, agli sbarchi che continuano imperterriti, il governo pensa di aggiungere una bella controversia con i magistrati. Molti nemici molto onore, verissimo. Sempre che tutti, ma proprio tutti, non si coalizzino contro di te.
Foto del ministero della Giustizia
L’editoriale dell’amico Riccardo Bruno, nella sua incisività ci propone una riflessione sull’ “antico problema ” dei difficili rapporti fra Governo e Magistratura. Premetto di essere un sostenitore dell’indipendenza della Magistratura, e convintissimo garantista , da questo binomio nasce la mia completa avversione alla spettacolarizzazione, da ambo le parti, di simili vicende. Il Magistrato svolge un difficilissimo compito che deve essere SEMPRE scevro da condizionamenti partitici e di appartenenza. Abbiamo assistito a casi (sporadici) di sentenze dettate da una matrice fortemente opinabile, ma non possiamo per questo lanciare guanti di sfida, ma semmai ripensare che legiferare ad personam su casi specifici non fa bene al paese e non risolve i problemi anzi le problematiche ne escono negativamente amplioficate