L’anniversario della Rivoluzione del 14 luglio, è stato festeggiato con una Torre Eiffel illuminata dalla bandiera ucraina. La Francia si è levata ancora una volta contro la Russia spinta dal peso della sua storia. L’Inghilterra escluso Burke, nel 1789 pensò di trovarsi di fronte ad un’importante destabilizzazione della corona di Francia e diede presto rifugio ai repubblicani Danton e Marat quando vennero perseguitati dal colpo di Stato di Lafayette. L’Austria rimase paralizzata fino a quando le sorti della regina la spinsero all’azione, mentre la piccola Prussia si rivelerà patetica con le minacce del suo Duca di Brunswick già dal 1792. Fu la Russia di Caterina la Grande la vera prima inesorabile nemica della Rivoluzione e lo rimase fino al 1917. Ancora a Tilsit, quando Bonaparte pensò di aver finalmente trovato un punto d’accordo con lo Zar, commise l’errore di chiedergli, davanti alla passione riformatrice del giovane Alessandro, cosa avrebbe fatto con la servitù della gleba. Lo Zar mutò subito umore e gli rispose con un sorriso gelido, “Sua Maestà non sarà ancora un rivoluzionario?”.
Di fatto la Russia non soppresse la servitù della gleba nemmeno nel 1918, quando si limitò semplicemente a varare una corrazzata con il nome di “Robespierre”. Mentre i principi della Rivoluzione francese furono soffocati dal primo momento visto che Lenin chiuse il parlamento che la Rivoluzione tenne aperto a costo di difenderlo con i cannoni. È vero, Trotskij si credeva un Saint Just reincarnato, ma prima cosa Trotskij venne preso a picconate, seconda cosa, Trotskij era ucraino.
La stessa idea della libertà dell’uomo per un russo è degna di un’epopea infernale, leggete Dostoevskij. Lo studente Raskolnikov è l’erede diretto della follia omicida che deposto un re consacrato da Dio ha elevato al trono un folle senza fede quale Napoleone. Tolstoj amava Rousseau e civettava con le idee della rivoluzione ma solo nella giovinezza. Nella maturità le respinse come sciocchezze e in vecchiaia si spense nella piena ortodossia cristiana.
Solgenitsin fu d’esempio per tutti. Una volta tornato in Russia alla corte di Putin si recò in Francia solo per rendere omaggio ai caduti della Vandea, l’esercito cattolico e monarchico che si era opposto alla Repubblica.
Libertà. Eguaglianza. Fratellanza. Ditelo agli ucraini che sono stati schiacciati dallo zarismo prima e dal bolscevismo poi senza soluzioni di continuità fino all’indipendenza nazionale che tempo vent’anni è di nuovo bombardata. La Francia rivoluzionaria sconfiggeva gli eserciti e emancipava i cittadini, per lo meno fino a quando non si trovò alle prese con la guerra contadina in Spagna. Fu la Spagna cattolica a sconfiggere la Francia, non la Russia perché fu il popolo tutto ad armarsi e la Francia uscita dalla rivoluzione non sapeva come combattere il popolo. Dava volentieri un esempio, si spingeva a bruciare un villaggio, due, poi si ritirava. Lo si vedrà ancora in Indocina e soprattutto in Algeria. Appena ci si accorgeva che i principi della rivoluzione venivano meno, la Francia non era più in grado di combattere una guerra. Fu Simone de Beavoire a scrivere che i paracadutisti coloniali che sfilavano per Algeri gli stessi che avevano combattuto il nazismo biondi e nelle loro divise mimetiche sembravano SS. Con quelle parole, prima ancora di quelle di De Gaulle, l’Algeria ottenne l’indipendenza. Quando avremo l’indipendenza in Ucraina?
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