È proprio del sistema democratico rendere plausibile l’inverosimile, quello che mai potrebbe accadere, eccolo realizzato sotto gli occhi. Un piccolo borghese azzimato, privo di istruzione e di qualsiasi senso morale, un ladruncolo da quattro soldi, come Hebert, divenne il vero padrone della Francia per quasi due anni. Hebert aveva due orologi nel taschino e due facce sul volto. Insediato alla Comune da Danton, subito provò a staccare la testa al suo benefattore, e prima di essere fermato, ottenne con quella della regina e pazienza, quella di galantuomini patrioti che certo non meritavano la ghigliottina. La morte dei girondini fu voluta da Hebert, perché se fosse rimasto vivo Marat, nessuno avrebbe mai torto loro un capello.
Quello che è peggio di Hebert fu la sua rete di potere estesa dalla Comune al ministero della Guerra, occupando gli uffici ed i club con una tale massa di gaglioffi, a cominciare dai comandi delle armate, che la Francia arrivò ad un passo dalla catastrofe, peggio che con Doumuriez. Se la Gironda era incapace, Hebert con il suo linguaggio da trivio, le sue spese folli, i suoi generali felloni, un autentico disastro.
Solo un’alleanza fra Danton e Robespierre riuscì a sbarazzarsi di Hebert e tutta la sua accozzaglia di sostenitori, dove era difficile trovare anche solo una persona perbene, forse Momoreau, a suo modo, il visionario studente Chaumette, venne spazzata via. Allora, anche se a fatica, le sorti compromesse della Francia vennero raddrizzate.
Alle origini della democrazia moderna è posto un Hebert. Un impostore può sempre spingersi ad ottenere i favori del popolo con promesse mirabolanti, un gesto suadente, o le minacce. Come credere che un tale esempio non abbia fatto scuola nel corso dei secoli attraverso successori di minore talento? In ogni epoca nella vita democratica spunta un qualche Hebert e quando arriva ad ottenere influenza politica i danni compiuti sono enormi.
Ma è anche proprio delle democrazie sapersi liberare di simili individui e pure abbastanza rapidamente. Vedrete che hanno il fiato corto, commettono una serie infinita di errori e alla fine si smascherano da soli nella loro pochezza. Hebert uno degli uomini più popolari di Parigi sarà rimpianto solo dai suoi beneficiati, canaglie par suo, Billaud Varenne, Collot d’Erboise, Fouché. Un frutto avvelenato, capace di far diffidare del sistema democratico che spinge in alto schiuma di tale fatta.
Se è inevitabile che un impomatato cialtrone tipo Hebert si presenti come innovatore e venga pure preso sul serio da buona parte della popolazione, tanto da acquisire un potere inimmaginabile, lo è altrettanto che le istituzioni repubblicane preservate riescano a respingerlo. Certo la Francia sotto questo profilo fu oggettivamente più fortunata, poteva contare sull’uso della ghigliottina contro i nemici dello Stato. Nei nostri giorni, più rispettosi della vita umana, non dobbiamo disperare. Anche senza la ghigliottina le istituzioni repubblicane sanno mostrarsi piuttosto solide. È vero che l’opinione pubblica è un po’ troppo accomodante, ma è naturale. Con un Hebert c’è sempre un “Père Duchesne” finanziato lautamente dallo Stato.