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Ancora si lamentano dell’eterno giacobinismo

Riccardo Bruno di Riccardo Bruno
9 Luglio 2023
in L'editoriale
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Il Tribunale rivoluzionario istituito agli inizi nel 1793 da Danton, che era avvocato, voleva la massima velocizzazione dei tempi del processo, che nel caso di quello al re tenuto dal Parlamento, era stato troppo lungo e complesso. I giudici, tre, ed i giurati nel numero di 11, avevano tutto il peso decisionale e non è vero che il governo influisse così tanto sul tribunale come si dice comunemente. Marat speditogli davanti dalla Commissione dei 12, venne assolto. Il Tribunale era soggetto solo all’umore popolare. Sotto questo profilo vanno rassicurati Conte e Speranza, non c’è possibilità alcuna che la commissione d’inchiesta sul Covid si riveli un plotone di esecuzione. Al contrario la commissione d’inchiesta ha la caratteristica di accumulare testimonianze e deposizioni e un percorso di elaborazione piuttosto lungo. In compenso, la reazione di Conte e Speranza alla notizia della sua istituzione è stata tale e quale a quella di coloro condannati dal Tribunale alla ghigliottina. Ovviamente c’era anche chi condannato a morte non si scomponeva di un capello. Non è stato il caso di Conte e Speranza che sembravano già trapassati da uno spiedo. Avendo entrambi governato un anno sulla base di semplici decreti della presidenza del consiglio dei ministri, senza nemmeno confrontarsi con il Parlamento, non sono abituati a vedere messo in questione il loro operato. La presunta dittatura giacobina sottoponeva tutti gli atti del Comitato di salute pubblica al voto della Convenzione, e la Francia era in guerra sul serio contro almeno 4 nazioni. La guerra dell’Italia al Covid è cosa un po’ diversa. Come si combatte un virus che nemmeno si conosce? Speranza e Conte chiudevano le discoteche e si infettavano e morivano le suore di clausura.

L’onorevole Speranza ha detto in Parlamento che senza le sue misure sarebbero morte un milione di persone, eppure tanti paesi che non hanno seguito la puntigliosa decretazione del governo Conte hanno avuto in proporzione un numero di vittime inferiore del nostro. La Cina, invece, dove si sono applicate a dicembre le misure a cui Conte e Speranza si sono convertiti il febbraio dell’anno successivo, ha catalogato non più di un centinaio di vittime nello stesso intertempo del loro governo. Solo questo aspetto merita una qualche inchiesta, ovvero l’Italia è l’unico paese al mondo ad aver applicato con estremo rigore lo stesso lock down cinese e quelli hanno avuto meno di seimila vittime su un miliardo di abitanti e noi più centomila su 60 milioni. Davanti a dati simili, ci fosse stato il Tribunale rivoluzionario, Speranza e Conte sarebbero già saliti sulla carretta. Da quello che si comprende della commissione di inchiesta parlamentare ci si preoccupa dai costi dei monobanchi a rotelle, o delle commesse per le mascherine farlocche, questioni che pure non dovrebbero riguardare Speranza e Conte, semmai qualcun altro che ha carpito la loro fiducia.

È sempre stato facile denunciare i difetti del giacobinismo, e pure almeno un merito nella società giacobina andrebbe ricordato, fu la prima a ritenere indispensabile al governo il consenso del popolo sovrano. Anche se si faceva di tutto per irretire il popolo e subordinarlo, questo era oramai parte del processo decisionale del nuovo potere che aveva superato l’assolutismo. Il Parlamento che aveva avuto un ruolo sussidiario nella rivoluzione inglese, assume con la rivoluzione giacobina il protagonismo imposto alla democrazia moderna. La nostra stessa Costituzione repubblicana ne dipende, tanto che il parlamento, salvo le riforme costituzionali, a maggioranza, può fare tutto quello che gli pare, persino autosospendersi sulla base di un comma della protezione civile e per un anno rinunciare al potere legislativo. Pare incredibile, ma è effettivamente successo, in uno dei momenti più bui della vita repubblicana, il parlamento si riuniva una volta alla settimana per occuparsi di transomofobia. Una inchiesta per chiedersi come sia stato possibile che una Repubblica definita parlamentare si fosse ridotta a questo bisognerà pur averla.

C’è poi un altro aspetto del giacobinismo che ancora non è completamente scomparso dalla democrazia moderna, l’idea dell’identità fra democrazia formale e sostanziale. Questo non dipende dalla costituzione scritta, ma dal principio politico che la istituisce. Il giacobinismo cessa di esistere nel momento nel quale perde la maggioranza reale nel paese, non gli basta possedere quello delle istituzioni preposte. Privo del sufficiente consenso popolare, il giacobinismo decade. La repubblica contemporanea ancora se ne preoccupa, tanto che ogni settimana si fanno i sondaggi per sapere se il governo è rappresentativo. L’attuale governo ha vinto le elezioni, il governo Conte Speranza, sulla base del solo mandato elettorale, nemmeno avrebbe mai dovuto esistere. Per questo Conte e Speranza dimostrino almeno una volta di essere sinceri democratici nella sostanza delle cose, rimettendosi volentieri al volere di una legittima maggioranza, senza tante smorfie. Ricordano quegli aristocratici che trascinati davanti al Tribunale rivoluzionario, dicevano come vi permettete! Ma questa è appunto solo una Commissione parlamentare, non un Tribunale speciale. Magari serviva questo.

Tags: SchleinVittorio Macioce
Riccardo Bruno

Riccardo Bruno

Riccardo Bruno si è laureato in Storia della Filosofia presso l'Università di Roma La Sapienza nel 1988. Dal 1987 al 1989 collabora all'Ufficio esteri del PRI diretto dall'onorevole Vittorio Olcese. Dal 1994 è capo ufficio stampa del PRI, dal 1995 giornalista professionista iscritto alla stampa parlamentare. Nel 1999 è capo redattore de La Voce Repubblicana. È stato poi editorialista per il Foglio di Giuliano Ferrara e l'Indipendente di Vittorio Feltri. Dal 2019 è prima vice direttore de La Voce Repubblicana e poi direttore politico

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