Sarà pure che per valutare il nuovo governo, la prudenza pretende almeno un mese, come dice il senatore Renzi, certo che dalle ipotesi sulla manovra, sembra di essere tornati ai tempi di Goria. Per la verità, anche solo venire a sapere che il presidente del Consiglio nel suo colloquio di un’ora e mezza con il presidente Biden a Bali, si fosse preoccupata di ottenere un prezzo vantaggioso per il gas statunitense, non sembrava una grande trovata. Non è Putin il presidente degli Stati uniti, non lo decide lui, il prezzo del gas. Poi dalla manovra di 32 miliardi ci sembra di capire che per lo meno al momento 21 sarebbero in deficit e che quindi il centro destra si accinge a varare lo scostamento di bilancio che aveva negato di voler fare in campagna elettorale. Tra Giorgetti che chiede tagli corrispondenti ad ogni misura di sostegno e Salvini che voleva subito 50 miliardi buoni di deficit, il governo Meloni si è collocato a metà strada, comunque lontanissimo dal governo Dragni. Di certo il governo non taglierà il debito. Poi c’è la curiosa vicenda dell’innalzamento a 5.000 euro del tetto al contante, curiosa perché è stata praticamente la prima preoccupazione del governo, annunciata già dopo due settimane, di cui non si capisce esattamente l’utilità. Non è che di questi tempi si giri con cinquemila euro in tasca, i mafiosi russi forse. Tanto che persino il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, non ne ha capito l’urgenza, eppure niente, il governo non intende rinunciarvi. Poi vogliono abbattere il super bonus edilizio, senza nemmeno preoccuparsi delle proteste delle categorie interessate, e i 38 miliardi di incassi persi per le finanze pubbliche messi in conto dal governo precedente. Per quello che concerne invece il ritorno della quota pensioni, in assenza di legge Fornero, si andrebbe incontro ad un aumento di 50 miliardi di euro annui per l’indicizzazione dell’assegno e secondo il presidente dell’Inps, anche ad uno sbilancio grave tra lavoratori attivi e lavoratori in quiescenza. Sempre rispetto alle promesse della campagna elettorale, sembra che il governo abbia deciso non di abolire il reddito di cittadinanza, ma di restringerne la platea dei beneficiati e quindi ancora non si comprenderebbero i vantaggi per le casse dello Stato, se ve ne saranno. In compenso aspettiamo di vedere finalmente realizzare il vertiginoso piano sul ponte dello Stretto, anche qui se ne parlava già ai tempi del presidente Goria, più di trent’anni fa. Ma la proposta davvero intrigante era che il governo intendeva elargire ventimila euro alle coppie sposate in chiesa. Poi temendo una qualche discriminazione ha corretto, ventimila euro a tutte. È la volta buona che ci sposiamo anche noi, per amore ovviamente.
Tutte queste ipotesi che raccogliamo in maniera estemporanea, sono ancora fra lo studio e la propaganda e quindi non siamo in grado di dire se sono già messe nero su bianco. Possiamo invece dire che per quasi ciascuna di esse c’è una voce contraddittoria all’interno della stessa maggioranza, esattamente come era per la manovra del governo Goria. Un governo quello che durò la bellezza di 259 giorni e nessuno se ne lamentò particolarmente, anzi.
Foto galleria della presidenza del Consiglio dei Ministri