Il fatto che l’Italia e l’Europa siano coinvolte oramai da un anno in una guerra alle nostre porte, impone una certa compostezza dei comportamenti e dei toni da usare. Anche maggioranza ed opposizione farebbero bene a misurare le accuse che si rivolgono reciprocamente. Al governo, sono tutti o quasi, padri e madri di famiglia, nessuno può tacciarli di insensibilità davanti ad una strage di bambini avvenuta nelle nostre acque. Bisogna pur ricordarsi del governo Zapatero. La Guardia Civil sparava sui migranti e pure nessuno diceva che non era sensibile. Altra questione, ben più seria, è quella della competenza. Un governo per essere all’altezza delle aspettative deve saperla padroneggiare.
La dichiarazione del presidente del Consiglio per la quale non si richiederà mai il Mes è una prova clamorosa di incompetenza. E da incompetenti insistere nel dire che nessun paese ha richiesto il Mes quando tutti i paesi, tranne l’Italia, lo hanno ratificato. La ratifica e la richiesta sono due cose diverse e se il governo non vuole richiederlo, benissimo, ciò non toglie che lo debba ratificare. È un aspetto cruciale per la condizione di esclusività in cui si trova l’Italia nei confronti dell’Europa eppure non tutta l’opposizione sembra rendersene conto .La questione migratoria è ovviamente rilevante, ma per quanto il governo italiano la affronti malamente essa è accompagnata dalla corresponsabilità dell’intera Europa e soprattutto dell’esperienza dei governi precedenti. Nessuno pretende che il governo ripari i guasti passati, figurarsi. Non si avventuri in nuovi. Straordinario l’aspetto che riguarda le concessioni balneari. Il presidente del consiglio ha gioco facile ne dire che per rilanciare l’economia non serve il salario minimo, semmai il taglio delle tasse. Solo che l’Italia ha anche un problema di spesa e di debito e se vuoi tagliare le tasse, devi saperti assicurare determinati introiti. Un paese che ha il turismo come principale attrattiva, deve preoccuparsi che le concessioni balneari corrispondano alla normativa dell’Unione europea. Mentre non facciamoci troppe illusioni sul mercato del lavoro, lamentarsi dei contratti a termine è come aprire la strada alla disoccupazione, non al posto fisso. Qualcuno evidentemente ancora non ha compreso il significato sociale del reddito di cittadinanza, eppure Beppe Grillo lo ha spiegato benissimo, lavorare è inutile. I nostri giovani vanno all’estero perché cercano paesi dove invece il lavoro serve ancora e ci vanno anche per paghe peggiori di quelle che comunque non troverebbero qui, dove c’è stato il reddito di cittadinanza come iniziativa sociale.
Si capiscono meglio i dubbi del governo sulla energia green, ma questo solo perché l’Italia non deve smantellare un’industria nucleare che non ha mai costruito. L’ambientalismo da strapazzo nel nostro paese ha lasciato danni aperti come voragini. Servirebbero i verdi tedeschi, quelli che non vogliono Conte nel loro gruppo di Bruxelles perché non da garanzie contro l’autoritarismo. Pensare che qui c’è chi vede il campo largo come alternativa possibile. Sicuramente con il campo largo si rimedierebbe ai negati diritti delle famiglie omogenitoriali, qui il governo proprio non ci sente. Ma in un paese cattolico come l’Italia non è detto sia uno svantaggio. La strada per l’alternativa è davvero ancora lunga, troppo.